«Malacarne è perfetto per il nostro Battiston» Sovran lancia l’idea

UDINE. «Giuseppe Battiston sarebbe perfetto nella parte!». A sottolinearlo, con l’entusiasmo di chi spera che la proposta non cada nel vuoto, è l’attore e regista latisanese Pier Paolo Sovran al tempo collaboratore di Laura Betti sul palcoscenico. Anche a lui si deve la riscoperta dell’Arlecchino friulano Malacarne, figura da Commedia dell’Arte che compare nel canovaccio de “I travagli d’amore” scritto dal notaio latisanese Antonio Gattinon.
«Ecco spuntare, nel deja-vu della Commedia dell'arte, una inaspettata e nuova "macchietta", tutta friulana, da inserire nel novero di altre maschere importanti che hanno fatto la storia del teatro italiano: il suo nome è Malacarne - scrive Sovran -. Il nome sembra appartenere a un toponimo presente a Latisana nei primi anni del XVII secolo, quindi un uomo reale che ha prestato la sua quotidianità per una creazione artistica».
«Malacarne - sottolinea Sovran – è personaggio compiuto, con una sua tipologia caratteriale variegata, ma di spessore, sfacciatamente audace che ben si alterna e si misura con altre maschere di consolidata esperienza. È uno che sa stare al posto suo, ma all'occorrenza, data la sua corposità scenica, occupa posti inusitati con inaudita sicurezza e sfacciataggine. Sono ancora convinto che il personaggio di Malacarne sia una luce inaspettata nel mondo teatrale italiano e friulano in particolare, il lato positivo di una friulanità teatrale che si credeva ormai passata senza lasciare traccia».
«Quando venni a conoscenza della Commedia, che attraverso il professor Galasso di Latisana mi era stata recapitata da parte del curatore dell'edizione critica il professor Gabriele Zanello per una messa in scena - ricorda Sovran –, mi accorsi subito di avere tra le mani un felice esempio di commedia cosiddetta "Ridicolosa" del genere consolidato del plurilinguismo. Ma la sua vera novità risiede proprio nel personaggio di Malacarne, del tutto inaspettato che ne fa un elemento singolare e prezioso nel panorama della commedia dell'arte. È questa la preziosa novità che assieme al divertimento linguistico su cui si basa ne fa un autentico capolavoro. Il lavoro andava subito messo in scena. Lo presentai a Cesare Lievi, allora direttore artistico del Teatro Giovanni da Udine, il quale ne rimase entusiasta, tanto da propormi di fare lui la regia. Interessai anche Alessandro Gassman, direttore artistico dello stabile di Padova, il quale voleva produrlo in collaborazione col teatro Giovanni da Udine. Cerare Lievi decadde e tutto finì lì. Contattai diverse realtà culturali friulane, tutte propense alla realizzazione ma in attesa di altre sicurezze. A distanza di qualche anno, voglio rilanciare al direttore artistico della prima istituzione teatrale udinese, ma anche a quelle politiche del Friuli Venezia Giulia, l'idea di una messa in scena dell'eccellente lavoro, di Gattinon. Ci sono altre realtà in Friuli che potrebbero collaborare. Soprattutto ci sono attori eccellenti come Giuseppe Battiston, l'attore ideale per dar corpo e far vivere dopo tre secoli di letargo Malacarne, il personaggio teatrale piú rappresentativo della commedia popolare friulana. Questo testo è nato per la scena non per riempire gli scaffali di una biblioteca».
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