Lodo Guenzi da X Factor a Udine

UDINE. Ricciolo scompigliato, occhio vispo, sorriso sempre pronto, t-shirt dissacranti e italiano impeccabile. Lodovico Guenzi ha tutta l’aria del ragazzo della porta accanto, tanto che chi l’ha conosciuto per le vie di Udine ai tempi dell’accademia teatrale prima e come frontman degli Stato Sociale poi, fatica un po’ a trovarselo dietro il banco dei giudici di X Factor.
Eppure il celebre talent televisivo ha avuto il merito di sdoganare la commistione della cultura di nicchia con l’accessibilità domestica dei media generalisti.
Quindi ben venga anche un ragazzone del 1986 cresciuto a pane, teatro e concerti in piccoli bar di paese («che mi mancano da morire») e sbattuto in prima serata su Sky a far da preda per le “bestie da social”, pronte a giudicare nel tempo di un battito di ciglia. Ben venga soprattutto se il ragazzone in questione conserva preziosamente l’umiltà di considerare le sue origini come «una boccata d’aria fresca».
L’occasione gliela offre il Premio nazionale giovani realtà del teatro organizzato dalla Civica accademia d’arte drammatica Nico Pepe, che si svolgerà oggi dalle 10 del mattino nella sede di Largo Ospedale Vecchio, del quale sarà ospite insieme al regista, attore e grande amico Nicola Borghese.
«È paradossale dire che rituffarmi nell’ambiente dell’Accademia mi farà prendere un bel respiro, visto che quelli sono stati gli anni più lunghi e faticosi della mia vita, ma se penso a quest’ultimo periodo mi pare di avere vissuto 18 anni in uno solo».
Occhio però a credere che Guenzi rinneghi il passato, anzi. Di quell’epoca l’attore e musicista conserva il ricordo netto della formazione del sé, vissuto in una città – Udine - che l’ha accolto e nel quale ritorna spesso.
«Con i miei compagni abbiamo appena festeggiato il decimo anniversario dal diploma – ci racconta Guenzi - rievocando il giorno in cui sono entrato in appartamento e un inquilino neodiplomato mi accolse con un evocativo “sarà bellissimo ma non ti invidio per niente”.
Mi è servito a farmi tante domande su me stesso e a capire l’essenza di un mestiere impalpabile come quello dell’attore e del musicista, che ti porta a stare su un palco a pronunciare parole davanti a persone che possono anche non capirti. Questo – continua il cantante degli Stato Sociale – mi ha portato a stringere sempre più il cerchio verso quello che desidero fare veramente, anche se è una ricerca che tende all’infinito».
Scontato domandargli se quello che cercava veramente era essere il giudice di una trasmissione così popolare come X Factor, finendo sotto spinosissimi riflettori accesisi suo malgrado a seguito della vicenda Argento–Bennet. «Lo Stato Sociale è un gruppo che viene dal mondo dei social: questo mi ha preparato alle critiche che sono arrivate soprattutto alla notizia del mio ingresso in trasmissione. Poi la maggior parte si sono trasformate in complimenti e io non ci do più molto peso.
La domanda vera che mi pongo ora è se voglio essere davvero protagonista di tutto questo. Rispetto al fatto che Asia voglia darmi consigli sul mio ruolo di giudice dico solo che io non posso far altro che essere me stesso, anche sbagliando: sono un convinto sostenitore del fatto che la libertà di sbagliare è quella che fa più crescere». Guenzi si dimostra lucido al punto da trovare il modo più elegante per dire che sì, l’esperienza televisiva è sfiancante, ma rimane pur sempre una palestra di vita, condivisa con gli altri giudici.
«Se devo trovare un aggettivo per ciascuno di noi, direi che Fedez è intelligente, Agnelli idealista, la Maionchi pasionaria, Asia è rock’n’roll e io... un logorroico. E ora, lo ammetto, non vedo l’ora che arrivi Natale, per una vacanza!».
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