Lignano ricorda Scerbanenco con la Milano cupa di Bongiorni

Quattro chiacchiere con il giovane giallista che presenta a Lignano il suo libro “La sentenza della polvere”

LIGNANO. Gangs of Milan. Una città che non ti aspetti, vista da un’altra prospettiva: una metropoli di forti contrasti, che offre scorci nascosti, ma in cui si muovono gangs di latinos, le cosiddette pandillas, che imperversano in alcuni quartieri e si dedicano allo spaccio della droga. Una città dura, in cui si muove una criminalità che non è la malavita raccontata da Giorgio Scerbanenco negli anni Sessanta, ma in cui trovano spazio personaggi molto “jannacciani” come Raimondo, il barbone per scelta, che sembra uscito da una canzone del cantante milanese. A raccontala è un giovane scrittore, Alessandro Bongiorni, che sarà a Lignano, oggi alle 18.30 in Biblioteca comunale (aria condizionata, spettatori avvisati), nell’ambito dell’edizione 2015 di “Omaggio a Giorgio Scerbanenco”. Dopo due lavori con piccoli editori, Bongiorni ha esordito con Piemme che ha pubblicato il romanzo La sentenza della polvere, un intenso noir che ricorda certi autori americani. Un giallo violento e, a tratti crudo, come lo è il mondo in cui ormai purtroppo viviamo.

Protagonista del romanzo è il vicecommissario Rodofo Carrera che, dopo la morte per overdose del figlio del suo superiore, si trova a indagare su un grosso traffico di eroina che coinvolge le nuove bande di latinos, giovani emigrati sudamericani.

- Come è nata l’idea del romanzo?

«All’epoca studiavo. In quel periodo, stiamo parlando del 2010, a Milano sembrava che ci fosse un grande ritorno del consumo di eroina. E sempre in quel periodo i giornali incominciavano a parlare delle pandillas, le gangs dei ragazzini sudamericani. E la cosa mi ha anche coinvolto direttamente perché un mio cuginetto è stato rapinato da una di queste».

- Come ti sei documentato?

«É stata una lunga gestazione. Raccogliendo per due anni articoli di giornali e riviste, consultando rapporti dell’Fbi, cercando notizie su Internet. Un lungo lavoro di ricerca».

- Un noir molto americano. Quali sono i tuoi riferimenti letterari?

«Su tutti James Ellroy, ma anche Don Winslow ed Elmore Leonard. Oltre ovviamente a Scerbanenco, il padre di tutti i giallisti italiani».

- Un romanzo molto cinematografico. Facciamo un gioco. Chi lo potrebbe interpretare in un film hollywoodiano?

«Giochiamo: come protagonista Colin Farrell, la donna Charlize Theron, il barbone è Al Pacino e come politico vedo Sean Penn. Regia di Clint Eastwood. Versione italiana? Garrone alla regia, Kim Rossi Stewart il vicecommissario, Giannini nel ruolo del barbone e come giornalista ci vedrei Savino».

- Ancora Milano nel prossimo romanzo?

«Sì, l’ho appena consegnato al mio agente. Ma non solo, ci sarà anche Trieste: nel libro di parla di prostituzione dall’Est Europa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto