L'escursione in Valcanale, nei cunicoli del forte Beisner tra fascismo e guerra fredda

I lettori della community NoiMv con gli accompagnatori di Saf e Landscapes

Ci sono quasi 30 gradi a Malborghetto in Valcanale, eppure per l’escursione siamo attrezzati con giacche termiche e qualcuno pure con i guanti. Dove siamo diretti, a breve distanza da qui, ci sono infatti appena 8 gradi centigradi. Entreremo infatti nel sottosuolo, nella gallerie scavate nella roccia del Vallo Alpino del Littorio, il sistema difensivo costruito negli anni Trenta che si estendeva da Ventimiglia a Fiume. Siamo un bel gruppo, i lettori della community NoiMv più gli accompagnatori della Società Alpina Friulana e dell’associazione Landscapes. Questa è la prima escursione delle quattro in programma questa estate: la prossima sarà il 20 luglio in Val Resia.

È stata una domenica speciale, emozionante, quella di ieri per i partecipanti: cinque ore trascorse dentro fortificazioni che raccontano una grande storia, create per difendere i confini e in verità mai utilizzate, ma dove i soldati hanno vissuto e si sono esercitati fino agli anni Novanta. Luoghi impressionanti, che Paolo Blasoni ha raccontato con particolari inediti, testimonianze raccolte di persona, mostrando com’era la vita dentro queste strutture celate al mondo e per lungo tempo tenute segrete.

Adriano Buzzi, che ci ha accolti all’ingresso del forte Beisner, una caserma sotterranea con i suoi oltre mille metri di gallerie dentro il monte Kugel a Ugovizza, ha testimoniato della sua esperienza nella fanteria d’arresto, quando ancora – era la fine degli anni Sessanta – si aspettava l’invasione sovietica. Certo, eravamo la regione più militarizzata d’Italia. Poi tutto si è sciolto come neve al sole. Ma restano queste opere, e per fortuna c’è chi le conserva e le fa vedere.

La visita si è conclusa con una passeggiata sopra il forte, in un paesaggio bucolico di pecci e faggi, in cima la magnifica visione dello Jôf Fuart sopra Valbruna. Sotto, l’invisibile e tentacolare “Opera 4 Ugovizza”, pur appena visitata, appariva un luogo immaginario. Il gruppo ha concluso la gita alla Baita di Malborghetto per scambiarsi le ultime impressioni assieme agli accompagnatori dell’Alpina: oltre a Blasoni, Mirco Venir e il presidente Saf Antonio Nonino.

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