«Le donne per Altan sono il sale della Terra»

di MARIO BRANDOLIN
Non solo Cipputi e i suoi compagni disillusi, non solo il Banana di turno dal quale difendersi con una risata il più delle volte amara e non solo la Pimpa, Olivia Paperina e quel mondo magico di vera saggezza con la quale sono cresciute generazioni di bambini, nell’opera di Francesco Tullio Altan. Un capitolo altrettanto importante è quello in cui il tratto deciso e morbido, i colori accesi e le battute folgoranti del più celebre vignettista italiano ritraggono il mondo femminile, di cui i disegni di Altan restituiscono leggerezza, complessità, tanta autoironia e fascino. E alle “donne di Altan” è dedicata la mostra che l’Associazione Culturale Espansione ha allestito alla Galleria StoneGallery di Cervignano e che sarà inaugurata venerdì 11 alle 19 per rimanere aperta fino al 27 novembre, alla presenza dell’autore e della donna più importante della sua vita, la moglie Mara Chaves, che precisa con una risata franca e contagiosa, «più importante non so, sicuramente quella che ha durato di più. Perché – ancora Mara – le donne piacciono molto a Checco, gli piace guardarle, sentire i loro discorsi, capire il loro punto di vista. Ricordo che in Brasile nei primi anni della nostra storia, stava sempre a origliare e disegnare quello che con le mie amiche nella stanza accanto distese su un grande lettone ci raccontavamo, in un gran parlare della vita, degli uomini, delle cose del mondo». E sdraiate, quasi fosse la posizione ideale per mostrare non solo la pienezza dei corpi ma anche la vivezza, l’acume e il disincanto dello spirito, lo sono molto spesso le donne nelle vignette di Altan. Di cui nell’esposizione cervignanese si potranno ammirare una ventina, 20 stampe digitali, tratte dalle centinaia apparse in questi anni sull’Espresso. Vignette nelle quali l’artista aquileiese, insignito di recente a Roma del prestigioso Premio De Sica per la satira, ha creato una galleria di figure filosofanti. Donne del popolo e intellettuali, giovani e meno giovani alle quali Altan affida il compito di smontare, con una frase fulminante i tic e le banalità della quotidianità, dell’opinione pubblica e più in generale della vita. «Altan – insiste Mara, ha grandissimo rispetto delle donne – pensa che siano veramente il sale della terra». E a questo proposito, cita quello che ha scritto Lella Costa e cioè che «Altan è un uomo che non solo vede le donne, ama le donne e sceglie le donne come protagoniste del mondo, ma riesce addirittura a interpretarne gusti e trasgressioni. Le donne di Altan sono, spesso, quello che vorremmo provare a diventare. Alle sue donne belle e languide Altan riconosce il bene più raro e prezioso e contraffatto: la libertà: assoluta, ingovernabile, impudica, irriverente, lucida. Libertà che a volte è anche sconfitta, amarezza, solitudine». Libertà che spesso si manifesta nella nudità, e nude la donne di Altan lo sono molto e spesso, senza peraltro essere mai volgari (il rispetto di cui parla Mara, ancora!) o platealmente ammiccanti... «Le donne nude di Altan – ha scritto Marco Belpoliti –, sono perplesse, sent. imentali, disilluse, insicure, incerte, per questo sono nude. Non hanno nulla da mettersi, e non ridono mai… non sostengono più alcun dialogo, parlano solo per monologhi… una battuta a metà strada tra la considerazione esistenziale e l’analisi sociologica».
Ma tutte queste donne, queste “donnine” , come le chiama, non disturbano Mara? «Quelle delle vignette no, assolutamente, mi divertono, le sento complici, in alcune mi riconosco, ammetto di essere una delle ispiratrici anche se non credo di esserne tra le protagoniste. A quelle vere e in carne e ossa, di cui potrei essere gelosa, io non do spazio per cominciare a essere gelosa».
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