L’ambasciatore Avdeev al Friuli: «Difendiamo i comuni valori»

L’inaugurazione con l’assessore gibelli e il portavoce ortodosso Hieromonaco 

Elisa Michellut

“Matteo Levi”, opera datata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, tela, olio e cartone, dipinta da Vasilij Dmitrievic Polenov, è il dipinto più pregiato della mostra “Libro aperto. Soggetti religiosi nell’arte dei pittori russi dei secoli XX e XXI”, ospitata a palazzo Meizlik. È un capolavoro, che appartiene alla serie “Dalla vita di Cristo”, cui il pittore russo lavorò nel corso di tutta la sua biografia artistica. Sono in tutto 35 le opere, in gran parte provenienti dalle collezioni dell’Istituto dell’Arte Realista Russa, il maggior museo privato di Mosca, presenti ad Aquileia. L’esposizione, inaugurata ieri, è organizzata dal Consiglio Patriarcale per la Cultura e dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con il Comune di Aquileia, l’Ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede, l’Istituto dell’Arte Realista Russa e la società Art-Courier.

I quadri sono opera di artisti famosi, attivi nella seconda metà del XX secolo e all’inizio del XXI, tra cui Sergej Gerasimov, Aleksandr Laktionov, Michail Koncalovskij, Gelij Koržev, Pëtr Ossovskij, Aleksandr e Pëtr Smolin, Andrej Tutunov, Michail Abakumov, Michail Kugac, Pëtr Dik, Kim Britov, Jurij Matuševskij, Sergej e Aleksej Tkacëv, Albert Papikjan, Viktor Rejchet oltre a quadri di contemporanei, laureati alle accademie artistiche di Mosca.

«Questa mostra – le parole di Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia – idealmente prende il testimone da“Pellegrinaggio dell’arte russa”, che si è chiusa sabato al Braccio di Carlo Magno in Vaticano. Credo che il fiorire di mostre “spirituali” russe, favorito dalla presenza a Roma del già ministro della cultura Alexander Avdeev, ora ambasciatore della Federazione Russa presso la Santa Sede, risponda a un’inespressa, ma molto presente esigenza». Presente alla cerimonia anche l’ambasciatore che ha ringraziato la Fondazione Aquileia e Zanardi Landi «che ha fatto molto per le relazioni bilaterali tra Italia e Russia».

Avdeev ha voluto sottolineare «che siamo tutti figli della civilizzazione cristiana. Bisogna preservare i nostri valori attraverso la cultura specialmente in un’epoca di dissoluzione. Molti dei quadri in esposizione rappresentano proprio i valori cristiani interpretati attraverso scene di vita quotidiana».

Il vicepresidente del Consiglio Patriarcale della Chiesa ortodossa russa, Pavbel Hieromonaco, invece, ha sottolineato «l’unicità di Aquileia che ha ereditato la ricchezza spirituale di Roma e che era sede di un Patriarcato molto simile a quello esistente oggi in Russia». L’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli ha rivolto un plauso agli organizzatori. «Era il 1991 – ha detto Gibelli – e accompagnai Raffaellino De Grada, uno dei più noti critici d’arte italiani, a scegliere delle icone al museo di Zagorsk che poi furono esposte al Museo Diocesano di Milano nell’ambito di un rapporto di cooperazione. Mi fa piacere ricordare quel momento in un luogo che ha un grande fascino come Aquileia, che quest’anno compie 2200 anni».

Il sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, ha espresso l’orgoglio dell’amministrazione. «Aquileia vuole essere, ancora oggi, crocevia d’incontro e di dialogo». —



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