La storia di Caterina Percoto, la contessa contadina

Al Giovanni da Udine uno spettacolo per ricordare la scrittrice friulana. Sul palco sarà Anna Bonaiuto a ripercorrere la vita molto intensa e le opere

Mario Brandolin

Era chiamata la Contessa contadina, e ne andava fiera, dal momento che si aggirava con dimestichezza e attenzione nella sua campagna, appariva invece altera e sostenuta nei salotti. Caterina Percoto, una donna che con il suo talento di scrittrice e imprenditrice ha attraversato tutto l’Ottocento friulano. Era nata infatti a San Lorenzo di Soleschiano, frazione di Manzano, dove si spense nel 1887, dopo una vita intensa, dedicata sia alla cura dei possedimenti familiari sia alla critica letteraria e alla scrittura in versi e in prosa (pubblicò diversi libri di racconti, alcuni dei quali anche in lingua friulana) che la fecero conoscere in diversi circoli letterari italiani.

Un impegno, quello letterario che andava di pari passo con quello che la vedeva reggere le redini dell’azienda di famiglia dopo aver abbandonato nel 1829 il collegio udinese di Santa Chiara, oggi Educandato Uccellis, per sovrintendere al lavoro nei campi e alla coltura dei bachi da seta. Un mondo contadino, povero e indigente, che ritrasse nelle sue opere e di cui cercò di migliorare le condizioni, sia materiali che spirituali.

A lei il teatro nuovo Giovanni da Udine dedica una serata, domani alle 19.30, nell’ambito del “Soggetto donna”, iniziativa incentrata su tre figure femminili della nostra regione, Carolina Coen Luzzato (Trieste 1837-Gorizia 1919), la prima donna direttore di un giornale, Caterina Percoto e l’astrofisica Margherita Hack(Firenze 1922-Trieste 2013). Tre figure femminili «che dalla provincia (dell’Impero, della nazione, dell’Europa...) sono diventate protagoniste della loro epoca, soggetti attivi nel cambiare, con la forza delle idee e l’impegno di una vita la società del loro tempo, rendendo migliore il nostro presente», così Roberto Valerio il direttore artistico della programmazione prosa del teatrone descrive le protagoniste della rassegna.

La contessa contadina si avvale dell’interpretazione di Anna Bonaiuto che torna al Giovanni da Udine dopo il grande successo di qualche settimana fa in “Agosto a Ousage County” e ripercorrerà la vita e l’opera della Percoto, sulle tracce di un copione del drammaturgo e sceneggiatore Jacopo Angelini e accompagnata dalle canzoni della compositrice polistrumentista Mimosa Campironi.

Ma quale Caterina Percoto vedremo rivivere al Giovanni da Udine? Ancora Roberto Valerio: «Innanzitutto quello che di lei sappiamo e cioè che era una donna forte, decisa, coraggiosa e anticonformista: decisamente oltre il suo tempo. E attraverso le sue opere principali ripercorriamo alcune tappe fondamentali della sua vota».

Quali? «In particolare un grande amore giovanile che la segna molto, un amore molto osteggiato in quanto lei era appena diciottenne e lui di religione ebraica, un amore sempre rimpianto, così come da lei descritto nel racconto “La Sçhiarnete”. E poi affrontiamo quelle che sono le tematiche principali del suo scrivere e narrare. E cioè la terra del Friuli, il mistero e la bellezza dei paesaggio friulani, così come descritti nelle scena cariche de Lis Cidulis. E di conseguenza la condizione dei contadini, poverissima e misera che lei fotografa nello scritto Il vecchio Osvaldo, che le permette di affrontare la lingua friulana che lei fa sua in modo sincero, come risulta da un altro scritto “Lis Aganis”. Lavori in cui anticipa di almeno trent’anni la corrente del verismo. L’altro grande tema che affiora da altri suoi scritti, come ne La donna di Osopo, è quello dell’indipendenza del Friuli e dell’Italia dall’invasore austriaco che lei segue con forte partecipazione sin dalla prima guerra di indipendenza del 1848.Il che le premette di entrare in contatto con l’intellighentia lettera italiana, e che la porterà più volte a Milano a Torino,dove conosce il Tenca, il Cattaneo, il Tommaseo e resterà influenzata dal Manzoni».

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