“Io benandante”, dimensioni astrali

È uscito il libro di Elio Ross. Floramo: «Certamente spiazza»
Di Silvano Bertossi

Buoni camminatori, questo è il significato della parola “benendante”. Ma i benendanti erano gli adepti di un antico culto pagano - sciamanico contadino, diffuso in Friuli dal XVI al XVII secolo, che riguardava la salvaguardia della fertilità della terra. Carlo Ginzburg, nel 1966 per Einaudi, ha scritto un libro dedicato proprio ai benandanti, un volume diventato un grande riferimento per gli studi sulla stregoneria e sui culi agrari tra Cinquecento e Seicento. È stato proprio Ginzburg a scavare nei misteri di quei “protettori della fertilità della terra” che si presentavano come difensori dei raccolti contro i malefici delle streghe e degli stregoni. «Io sonno Benandante - è questa la dichiarazione di uno di loro - perché vò con li altri a combattere quattro volte l'anno, cioè nelle quattro tempora, di notte, invisibilmente con lo spirito et resta il corpo. Noi con le mazze di finocchio et loro con le canne di sorgo». Se nel corso di queste tenzoni vincevano i benendanti l'annata agraria sarebbe stata prospera, se invece prevalevano le streghe i contadini sarebbero stati afflitti da lunghi periodi di fame, di carestia e di malattie.

Quando venivano interrogati dalla Santa Inquisizione dovevano fare delle dichiarazioni pubbliche o, addirittura, abiurare le loro credenze per salvarsi la vita.

Ginzburg, nelle sue appassionate ricerche in Friuli, è stato aiutato da mons. Pio Paschini, mons. Guglielmo Biasutti e da mons. Garlatti che gli hanno permesso di accedere alla documentazione in possesso della biblioteca della Curia arcivescovile di Udine.

Fresco di stampa è uscito il libro Io benandante. Voli in dimensioni astrali prossime all'aldilà, autore Elio Ross, originario di Aquileia, autore di Leone e il diavolo (1994). Il lavoro di Ross è uscito per conto del Circolo culturale Menocchio che lo ha inserito nell'ambito della rassegna “Eresie”, promossa dagli enti culturali più prestigiosi e rappresentativi della Regione Friuli Venezia Giulia per sostenere l'attività del sodalizio di Montereale Valcellina, la cui pregiatissima attività è oggi in pericolo per la difficile situazione in cui versano gli operatori culturali indipendenti. Il volume è stato presentato alla Biblioteca Guarneriana di San Daniele e ne hanno parlato, stimolando l'autore con precise domande, Aldo Colonnello, Franco Nardon, che ha scritto la postfazione, l'antropologo Gian Paolo Gri e il prof. Angelo Floramo, direttore della Guarneriana.

Ross, dichiarando che da bambino una strana sensitività si era prepotentemente manifestata in lui, ha messo a nudo, con serenità e coraggio, un'anima che alcuni potrebbero definire scompensata e turbata. Floramo, dal canto suo, ha ricordato che esistono documenti antichi depositati nell'archivio guarneriano che riguardano quei processi della Santa Inquisizione in cui i testimoni e gli imputati raccontano esperienze molto simili a quelle vissute e raccontate da Elio Ross. «Certamente spiazza - sostiene Floramo - la testimonianza di un composto signore che asserisce di vivere simili straniamenti nel nostro mondo così tecnologicamente avanzato, forse troppo materialista per essere capace di percepire quello che si nasconde alla verità della logica e non trova spiegazione razionale».

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