In viaggio con Vergassola verso un irreale americano

PORDENONE. Due artisti, dimostrazione che la cultura e lo spettacolo eccome se sopravvivono. Due amici, prova che nel mondo dello spettacolo non c'è solo efferata competizione ma anche coalizione. Una coppia comica, celebrazione di un incontro non più primo, di una sinergia speciale e ormai consolidata, due spalle.
Tutto per un piatto di acciughe e un valzer di comicità. Pordenonelegge accoglie con il solito riconoscente affetto Dario Vergassola e Gian Paolo Polesini, il primo nella nuova veste di autore, il secondo come presentatore in un affollato Teatro Verdi, entrambi senza rinunciare alla vena di attenti mattacchioni, ricercatori di quell’humor affilato più del rasoio del famoso barbiere.
«Ti chiederei se ti è piaciuto, come con la moglie, ma è meglio di no»: Vergassola si riferisce proprio a La ballata delle acciughe, esordio sulla poltrona del romanziere. E Polesini, già ferrato nel campo, non tarda nei commenti: «Ho letto questo libro con passione, i suoi guizzi geniali, l’incredibile capacità di aver unito una storia vera con del vero umorismo: insomma un libro intelligente».
E via, catapultati in un bar di La Spezia, tra flashback di un'infanzia avventurosa in luoghi dove la fantasia era la più bella Cinecittà, fino a una età più matura, ma solo anagraficamente. Perché le storie dei protagonisti, ognuno con i suoi problemi, le sue sregolatezze, vizi e virtù, alla fine non sono che modelli umani dei quali almeno una volta abbiamo avuto esperienza, se non interpretandoli anche fin troppo alla lettera.
Come ha fatto l'autore, unico a sentirsi contenitore di tutte quelle sue creature. E la vita quasi si ferma nel microcosmo di un bar che con tanta felice melanconia ricorda il locale subacqueo di Benni, dove eri quello che eri, con la presa in giro elevata ad unico dress code.
Quando però il tappo viene lentamente sfilato dalla bottiglia, la nave lì contenuta, che mai prima d'ora aveva assaggiato il sapore del vento, si ritrova in un oceano del tutto inesplorato, il destino che attende Gino in un viaggio rocambolesco e inaspettato oltre oceano.
E proprio nel momento in cui anche l'amore potrebbe entrare tra le carte in gioco, è lo stesso burattinaio con penna e calamaio a riportare in equilibrio un romanzo fatto di divertenti squilibri: perché se al cuor non si comanda, tanto più è impossibile dominare quell'istinto irriverente e appassionato di chi riconosce e rispetta solo la legge della comicità.
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