In un libro l’antico pellegrinaggio nel Lesachtal

UDINE. Tra le montagne della Carnia ci sono tradizioni che si tramandano di padre in figlio da secoli, mantenendosi vive nonostante il mutamento dei tempi. Una di queste è senz’altro l’antico pellegrinaggio che si svolge ogni anno in giugno, nel giorno dedicato ai Santi Pietro e Paolo, al santuario della Madonna di Luggau, in Lesachtal, sul versante austriaco delle Alpi Carniche. Le sue origini risalgono al XVII secolo, quando a seguito dello scoppio di un’epidemia di peste in Val di Gorto, i capifamiglia della vallata invocarono, poi esauditi, l’aiuto della Madonna di Luggau con un voto. A questo pellegrinaggio è stato appena dedicato un libro, presentato a Forni Avoltri e Rigolato pochi giorni fa. Si intitola Voci di pellegrini a Maria Luggau ed è stato curato da Novella Del Fabbro con il contributo di diversi enti locali. «Sono cinquant'anni - così la Del Fabbro - che partecipo a questo pellegrinaggio e ci tenevo a fare qualcosa che rimanesse». Autrice di diverse pubblicazioni dedicate alla storia e alle tradizioni della Carnia, la Del Fabbro ha raccolto con passione le “voci”, di decine di persone che hanno affrontato la lunga camminata che passa per il valico del Giogo Veranis, dietro il gruppo del Monte Avanza, e i contributi, documentali e appassionati, di altri autori tra i quali l’utile sintesi storica di Marina Di Ronco. Le foto d'autore di Gigliola Di Piazza documentano a colori passo per passo il viaggio a piedi - otto ore circa - tra i monti. «A Luggau - continua la Del Fabbro - si va soprattutto per i canti. Si cantano melodie antichissime, le litanie lucaniensi, lente lente perché il passo del pellegrino è lento. Sono litanie di origine patriarchina, molto profonde e spirituali». Un rito scandito lungo le pause del cammino che separa la vallata di Forni Avoltri - il punto di partenza è la cava di marmo sopra il paese - dal santuario mariano di Maria Schnee. Il pellegrinaggio ebbe una lunga interruzione durante la seconda Guerra Mondiale, ma il grande senso di fratellanza tra i versanti Sud e Nord della cresta di confine carnica era tale e i legami di lavoro e di matrimoni - «Mia madre è una Edel» dice l'autrice - così intensi, che non poteva che riprendere. «Per anni partecipavano solo i capifamiglia della vallata, oggi invece vengono famiglie intere, anche dalla pianura e dalla città, e tanti bambini. Questo mi dà speranza che si possa continuare anche in futuro».
Melania Lunazzi
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