Il velocigrafo e i fogli di trincea

In mostra un migliaio di documenti stampati con l’antesignano del ciclostile

Il fondo Augusto Luxardo rappresenta, dal 1930, anno in cui fu donato al Comune di Udine, una delle più importanti collezioni custodite nell’archivio del Museo del Risorgimento. Il collezionista che diede il proprio nome al fondo, prima di essere stato primario all’ospedale di San Daniele, aveva ricoperto l’incarico di ufficiale medico. L’esperienza bellica, durante la quale perse il fratello, lo segnò profondamente, tanto che per tutto il resto della vita egli si dedicò al recupero dei numerosissimi periodici e riviste dati alle stampe nel periodo tra il 1914 e il 1919.

Allo stato attuale delle conoscenze, consta di oltre 5 mila 700 pezzi tra giornali, periodici, bollettini, manifesti, volantini e pubblicazioni relativi alla Grande Guerra. Da segnalare il fatto che il nucleo originario di documentazione donato dalla famiglia Luxardo al comune nel 1930 vide la successiva integrazione di altri materiali a stampa (sempre inerenti il tema della Grande Guerra) datati per lo più tra il 1930 e l’inizio degli anni Quaranta. Pur non essendo al momento possibile una quantificazione del materiale aggiunto in corso d’opera, è possibile sostenere che esso interessi non più di un migliaio di pezzi.

Ampie le sezioni che accolgono giornali e tavole illustrate provenienti dall'estero come da Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Austria, Germania e dai paesi dell'est Europa attraversati dalla linea del fronte orientale. La significativa consistenza dei materiali in lingua tedesca e francese permette di avviare una ricerca parallela sulle modalità comunicative e propagandistiche. Per dare una dimensione alle sezioni della stampa estera (biblioteca ed emeroteca) dei circa 2 mila 500 pezzi sinora catalogati, 433 sono in tedesco, 555 in francese, 60 in olandese, 58 in inglese, 16 in russo, 8 in spagnolo, 7 in Yiddish, 5 in provenzale, 4 in ungherese, 3 in rumeno, 3 in greco, 2 in ceco, 1 in croato, 1 lituano, 1 in esperanto e 68 curati in edizioni plurilingui.

Il fondo si compone di tre sezioni: biblioteca, i cui pezzi catalogati, tra volumi monografici e opuscoli, sono 1503. Di particolare pregio numerose raccolte di vignette satiriche pubblicate in forma antologica nel corso e alla fine della guerra nei diversi paesi coinvolti, raccolte di canti e poesie di guerra, album dedicati ai caduti, volumi dedicati alla propaganda e allo studio dei suoi meccanismi. Molto presenti anche monografie e approfondimenti su alcuni temi come la Rivoluzione Russa, l’Irredentismo italiano, la questione adriatica e la diplomazia europea negli anni antecedenti il conflitto, le cause che spinsero la Germania e l’Austria-Ungheria a scatenare il conflitto.

Poi c’è l’emeroteca: 968 i periodici catalogati. Di grande pregio soprattutto la sezione riguardante i giornali di trincea (in particolare francesi, italiani e tedeschi/austriaci) realizzati con il velocigrafo antesignano del ciclostile; i giornali d’occupazione bilingui pubblicati dall’esercito tedesco in Belgio e nei territori dell’Est-Europa invasi, la stampa clandestina belga (frequentemente prodotta a Londra da fuoriusciti che poi la facevano penetrare clandestinamente). Per le riviste dedicate al fronte interno da segnalare anche la stampa prodotta dal governo tedesco dedicata agli operai dei grandi distretti industriali, i periodici dell’Unione Generale degli Insegnanti Italiani per la Guerra Nazionale dedicati alla scuola e all'infanzia, i periodici illustrati con reportage di guerra da tutti i fronti (da tutti i paesi coinvolti), i volumi di propaganda sulla qualità degli armamenti prodotti da tutti gli eserciti in campo.

Infine c’è l’archivio: i pezzi attualmente catalogati ammontano a 744, e comprendono principalmente materiali come volantini, opuscoli, modulistica militare di provenienza italiana, tedesca e austriaca, manifesti (per lo più provenienti dall’area del goriziano e riferiti sia alle ordinanze delle autorità austriache che ai manifesti italiani che salutarono la liberazione della città nel novembre del 1918. Presenti anche diversi esempi di manifesti affissi nella città di Udine durante il periodo dell’occupazione).©RIPRODUZIONE RISERVATA

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