Il rock friulano compie ottant’anni: festa per Beppe Lentini al Palamostre

Il cantante in concerto martedì 18: «Rivivremo i favolosi anni ’50». E pensa a un disco strumentale

Oscar D’agostino

Il Rock and roll friulano compie 80 anni. E ha un nome, Beppe Lentini, che martedì prossimo, 18 aprile, alle 21, al Palamostre di Udine, festeggerà il compleanno sul palco con un concerto in compagnia di tanti amici.

Un’amore per la musica nato nel 1957. «Avevo 14 anni e come tutti i giovanissimi di quel periodo ascoltavo alla radio, in alcuni rari programmi, una nuova musica chiamata rock’n’roll, un ritmo scatenato arrivato dalla lontana America con canzoni e nuovi cantanti molto diversi da quelli in voga in quel periodo.

Vestiti sgargianti, blue jeans, scarpe da ginnastica bianche e capelli con un enorme ciuffo al posto della tradizionale riga».

Erano gli anni di Elvis, Little Richard, Jerry Lee Lewis, Gene Vincent, Paul Anka, Neil Sedaka e molti altri. «Una musica giovane per i giovani, molto criticata agli inizi, che coinvolge emotivamente milioni di teen-agers in tutto il mondo». E il giovane Beppe Lentini tenta di imitare nelle movenze e nel canto i grandi del Rock sentiti centinaia di volte nei dischi a 45 giri, nei mitici festini casalinghi o nei primi Juke box posizionati in bella vista in alcuni bar cittadini «Tre canzoni 100 lire: uno sballo».

Dalla passione alla professione il passo è breve. Il giovanissimo Beppe ha la fortuna di conoscere un militare di leva in una caserma di Udine, dove il papà Salvatore prestava servizio: Franco Randi, che a Faenza suonava la chitarra con un’orchestra.

«Fu il mio primo grande maestro, andavo da lui tutte le sere e grazie a lui ho imparato a suonare e a impostare la voce».

Poi un’altra passione, la batteria: «Sentivo suonare una batteria in una casa di via Pracchiuso, dove abitavo. Ho bussato alla porta e mi sono presentato». Detto e fatto. La batteria diventa uno strumento amatissimo che ho suonato professionalmente per oltre 10 anni con i primi complessi giovanili, con un trio di jazz e con diversi musicisti in vari locali fino ai primi anni ’70».

Dopo questa lunga gavetta Beppe Lentini decide di ritornare al suo primo amore, il Rock’n’Roll. Studia, canta e suona la chitarra solista con il classico stile usato dai pionieri del Rock.

Si esibisce con la sua “Lentini Rock Band” nei teatri e nei pub, incide diversi dischi e divide il palco con musicisti di fama internazionale, fino alla metà del 2000.

Sciolta la Rock Band nel 2001, la nuova svolta: accompagnato dalla nuova Band Rock-a-Billy dei figli Federico e Stefano (che con Lorenzo Coscia e Andrea Burelli formano i Great Balls of Fire), ricrea il vero sound degli anni Cinquanta. «Volevo che chiudendo gli occhi, ascoltando la musica, ci si ritrovasse immersi negli anni ’50 e ’60. Un suono puro, senza le influenze che i vari musicisti all’epoca portavano».

«Con me hanno cantato tantissimi artisti» racconta Beppe Lentini, che ricorda Bobby Solo con il quale ha inciso un disco 9 anni fa. E Roby Colella, autentico maestro della chitarra con il quale aveva fatto da spalla a Chuck Berry nello storico concerto udinese.

Non solo concerti, anche una quindicina di vinili e cd, «che si continuano a vendere. Ho anche inciso un disco nel ’73 in Germania, che è entrato in un circuito europeo ed è stato moltissimo apprezzato».

Dieci anni fa Beppe Lentini ha raccontato la sua carriera musicale in un libro, “La mia vita con il Rock and roll”. «Ho sempre conservato tutto, avevo tantissimi scatoloni, lo ho aperti e mi sono messo all’opera con la mia Olivetti. Tre anni di lavoro, per raccontare come quel genere musicale è arrivato qui in Friuli».

Martedì prossimo il ritorno sul palco con un concerto che si preannuncia ricco di sorprese: con lui i Great Balls of Fire e tanti altri ospiti (tra cui Franco Randi), musicisti e coristi, ma ci saranno anche una sezione fiati e ballerini. «Una serata a ingresso libero» ci tiene a sottolineare il cantante, che non ha affatto intenzione di appendere la chitarra al chiodo: «Per il futuro avevo pensato a un disco strumentale, ci sto pensando».

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