Il premio Sergio Maldini nella casa a Nord Est

Cinque i libri in finale nel ricordo del giornalista e scrittore La cerimonia a Santa Marizza di Varmo: domani il vincitore



C’è da chiedersi cosa potrebbero dare i russi alla loro cultura se godessero della libertà... Parole scritte da Sergio Maldini dopo un viaggio durato mesi nell’Unione Sovietica e che nel 1967 gli valse il premio Saint Vincent quale migliore inchiesta dell’anno. Oltre che giornalista culturale e di costume, con acute incursioni nel mondo politico, Maldini fu anche inviato in paesi stranieri e lontani, di cui ha lasciato illuminanti documenti su momenti storici di eccezionale importanza. Articoli da rileggere ora che tutto si è capovolto, pur non mutando la sostanza di cose e caratteri. Occasioni nelle quali il giornalista-scrittore toscano-romagnolo, ma con una dichiarata passione verso la formazione friulana, vissuta al liceo Stellini, riviveva il mito delle letture preferite cogliendovi il senso di uno straniamento. Giunto sulla Prospettiva Nevskij a Leningrado (oggi San Pietroburgo), espresse questo pensiero: «La Prospettiva a noi ricorda i romanzi di Dostojevski. Come la Neva, fiume non meno celebre. Sia in quella arteria, sia di fronte a questo fiume, i personaggi del romanzo ottocentesco russo diventavano idea di una cultura. E in essa Dio era presente e inevitabile, anche e soprattutto quando si tentava di negarlo. La violenza del rifiuto e la pietà cristiana erano aspetti dello stesso tema religioso. Ma oggi la Prospettiva ha ben poco di romanzesco».

Pagine, queste di Maldini, trovate in un libro fondamentale, che ne racconta l’anima e il mestiere, “Il giornalista riluttante”, apparso nel 1968 e che gli aspiranti giornalisti o scrittori dovrebbero studiare e consultare, come è pure significativo riaprirlo alla vigilia di una stupenda iniziativa intitolata al grande Sergio, scomparso nel 1998, e nata dalla collaborazione tra la sua famiglia e l’Associazione dei toscani in Friuli. Domani, alle 17.30, nel giardino della casa a Nord-Est a Santa Marizza di Varmo (tema sublime del suo romanzo capolavoro, vincitore del Campiello nel 1992), si concluderà la seconda edizione del premio biennale intitolato a Maldini e dedicato alla letteratura di viaggio. Tutto doveva avvenire a giugno, ma l’emergenza sanitaria ha fatto rinviare l’appuntamento, nel quale saranno annunciati i vincitori (i primi tre e i due segnalati), tratti dalla cinquina finalista, resa nota a inizio estate dalla giuria presieduta da Franca Diamilla Maldini, che ha scelto tra oltre trenta libri arrivati.

Ed ecco nomi e opere che si contenderanno il premio: Luca Baldoni, con “Itaca, l’isola dalla schiena di drago” (Edizioni Exòrma), racconta un viaggio di esplorazione capillare nel celebre luogo emerso dalle pagine di Omero, ora crocevia cosmopolita, tra presenze archeologiche e leggende; Paolo Ciampi in “Cosa ne sai della Polonia” (Fusta editore) parte in bicicletta e va ad attraversare foreste incontaminate, villaggi fantasma e città, per parlarci di cicogne, di uomini e donne che hanno cantato il loro mondo grazie alla poesia; Mauro Daltin ci accompagna per mano in “La teoria dei paesi vuoti” (Ediciclo) alla scoperta di luoghi perduti, ma alla fine anche quelli più suggestivi e dai racconti più affascinanti proponendo istantanee emozionali, dove ascoltare il sussurro del passato e trovare i germogli della vita di oggi; Riccardo Nencini, scrivendo “La bellezza. Petit tour del Mugello mediceo (Politsampa), offre ai lettori un atto di lucido, concreto, appassionato amore verso la propria terra, animata da borghi di antica vita civica, da pievi e abbazie, terra magica anche se a tratti drammatica, tra Toscana ed Emilia Romagna; Federico Pistone, nelle pagine de “Il leopardo e lo sciamano” (Sperling & Kupfer), narra un lungo viaggio in un universo immenso ed estremo, la Mongolia, fatto di paesaggi sconfinati che celano segreti e incontri straordinari con sciamani, nomadi gentili e ospitali, monaci bambini, uomini renna, creature sovrannaturali.

Come si nota, tutti libri in piena sintonia con lo spirito maldiniano, disegnando viaggi lenti in cui cogliere il piacere del lato nascosto. Durante la premiazione, Martina Delpiccolo commenterà e leggerà i brani salienti. Intermezzi musicali con Eugenia Ceschiutti e Ilaria Ellero. Per partecipare, prenotazione obbligatoria scrivendo a toscani@toscani. fvg. it. L’associazione, presieduta da Angelo Rossi, ha avuto il sostegno di: Comune di Varmo, Gervasoni, Azimut, De Castello, Ceccarelli, Patrocinio di Regioni Fvg e Toscana, Comune di Firenze e Messaggero Veneto.

Infine, un affettuoso ricordo di Maldini e di Marco, il protagonista del suo romanzo che tornando a casa, verso Santa Marizza, compiva un rito lungo l’autostrada. “Si fermava – scrisse Sergio – per vedere un pezzo di Friuli, laggiù all’orizzonte, spalancato e dormiente come un mare d’inverno, dove una sottile nebbia azzurrina avvolgeva la pianura e le macchie dei pioppeti”. Era quello, secondo lui, il segreto d’una misteriosa felicità. –

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