Il premio Hemingway compie 40 anni e va a cinque big

Labatut, Ščerbakova, Andreoli, Finotto e Schettini i vincitori. La quarantesima edizione a Lignano al 27 al 29 giugno

Gian Paolo Polesini

Cadono, in questo 2024, cifre tonde sul “Premio Hemingway”: quarant’anni di culturale resistenza e ben settanta dalla visita a Lignano dello scrittore americano che intravide in quel lembo di terra ancora incolta e affacciata sul mare una sorta di Florida d’Italy. Due anniversari di peso che saranno onorati da premiati altrettanto di pregio.

Intanto vi confermiamo le date degli incontri: dal 27 al 29 giugno a Sabbiadoro con la serata di premiazione che si terrà al Cinecity alle 19.45, ovviamente in chiusura.

Ieri, nella sede della regione di Udine, il presidente della giuria Alberto Garlini, assieme al vice governatore Mario Anzil, al sindaco lignanese Laura Giorgi e al consigliere Donatella Pasquin ha annunciato urbi et orbi i vincitori del quarantennale. I magnifici cinque sono Benjamín Labatut (Letteratura), Irina Ščerbakova (Testimone del nostro tempo), Vittorino Andreoli (Avventura del pensiero), Francesco Finotto (Fotografia) e Vincenzo Schettini (Lignano per il futuro). «Ci siamo concentrati — ha spiegato Garlini — sull’aspetto internazionale del Premio ispirandoci alla fama mondiale di chi lo firma». Esaltando, quindi, le unicità dei vincitori, a cominciare da «Labatut una delle voci essenziali della contemporaneità, una chiave di lettura per individuare i pericoli del presente».

Infatti basta un titolo per inquadrare il valore di Labatut, talentuoso giovanotto del 1980 nato a Rotterdam e ora cileno d’adozione: “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”, un libro-saggio pubblicato da Adelphi, una successione di racconti legati alle scoperte scientifiche e ai loro geniali inventori. “Il fisico dev’essere come il poeta — dice — creare connessioni mentali non soffermarsi solamente sui fatti”. La fama dello scrittore è proseguita nel 2023 con l’uscita di “Maniac” (Adelphi) la conseguenza naturale del precedente. Ancora una volta Benjamín ci trascina nelle trame oscure della conoscenza, facendoci prendere coscienza di un calcolatore universale, generato alla fine della Seconda Guerra, capace di afferrare per la gola la scienza, scatenando un potere di calcolo illimitato.

«L’Hemingway è tra gli appuntamenti culturali più importanti della nostra Regione», ha affermato il vice governatore. «Un’occasione per riflettere in modo originale e letterario sui grandi temi dell’attualità e per offrire ai cittadini uno strumento ulteriore per costruire la propria opinione. Non a caso in ogni opera degli autori vincitori della quarantesima edizione emerge un denominatore quasi costante: un’indagine sulla modernità».

Con Irina Ščerbakova, storica e scrittrice russa, fra i fondatori di “Memorial”, premiato dal Nobel nel 2022, un’associazione coraggiosa che dagli anni 80 raccoglie testimonianze sulle vittime dello stalinismo, scopriremo un’altra Russia e non quella disegnata abilmente dalla propaganda moscovita.

Vittorino Andreoli, con la sua caratteristica capigliatura alla rinfusa, è un noto psicologo e neurofarmacologo veronese, il suo linguaggio comprensibile e rigoroso ha affrontato le tematiche sociali contemporanee nei numerosi libri pubblicati compreso il più recente — “Lezioni d’amore” (Solferino) — del quale ce ne parlerà durante l’incontro al Cinecity del 29 giugno.

«Rifletto su questo quarantennale — ha detto il sindaco Giorgi — che fa il paio anche con quello del Parco Hemingway. Siamo orgogliosi dell’assegnazione del premio “Lignano per il futuro”, che abbiamo voluto lanciare, a un personaggio in dialogo con la gioventù. E proprio per avvalorare questa scelta di rivolgerci ai giovani, accoglieremo nella nostra città il G7 Young, cinquecento ragazzi affamati di conoscenza e di nuove esaltanti esperienze».

All’urbanista Francesco Finotto, impegnato nella progettazione del territorio e osservatore dello sviluppo urbano e della sua incidenza soprattutto nel nord-est italiano, va il Premio Hemingway Fotografia per il fotolibro “Notte a Nordest. Le fabbriche in scena” (Antiga

Edizioni). Appassionato di fotografia, ha frequentato il corso di Tecnica della comunicazione visiva durante il percorso di studi allo Iuav nel Corso di Laurea in Urbanistica.

Ultimo, ma non ultimo, il fisico Vincenzo Schettini, volto notissimo per chi bazzica sui social. Il popolo dei teen lo ama particolarmente per il suo modo smart di comunicare la scienza. La fisica nella sua quotidianità, un modo istrionico ma efficace che sta affascinando milioni di seguaci. 

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