Il Premio Amidei a Gianni Amelio: «Racconto la libertà senza lacci»
Il riconoscimento alla sceneggiatura del suo film “Il signore delle formiche”: un’opera realizzata con Federico Fava ed Edoardo Petti, con lui al Kinemax

GORIZIA. «Per la forza del racconto, per l’asciuttezza priva di ogni compiacimento con cui i personaggi vengono rappresentati, per la capacità di suscitare un’emozione autentica senza mai imboccare facili scorciatoie, per aver scritto una storia che resta dentro e lascia il segno» è Il signore delle formiche, film di Gianni Amelio, a vincere il 42mo Premio internazionale alla Migliore sceneggiatura “Sergio Amidei”.
La sceneggiatura è stata scritta da Gianni Amelio assieme a Federico Fava ed Edoardo Petti che ieri, al Kinemax di Gorizia, hanno ritirato il riconoscimento e incontrato il pubblico della kermesse. «È la seconda volta che ricevo il premio Amidei e per me è una seconda medaglia, nel senso che è un riconoscimento che io ho sognato per anni, perché è intestato a uno sceneggiatore tra i più importanti del cinema italiano», ha affermato Amelio.
«L’idea – ha aggiunto il regista – che ci sia un oggetto da tenere in casa con il nome di Amidei rende questo premio più significativo di altri che ho vinto. E poi non va dimenticato che questo è un riconoscimento dedicato alla sceneggiatura, che spesso viene trascurata».
«Io – dice ancora Amelio – sono un regista, ma sono anche un autore: ho sempre scritto i miei film e il fatto che il riconoscimento mi arrivi per questa veste è un ulteriore motivo di soddisfazione. Innanzitutto perché come regista ho vinto molti più premi. Quindi, che mi venga attribuita una capacità di raccontare, oltre che per immagini, anche come struttura narrativa di un copione, mi fa davvero tanto piacere».
Amelio aveva già vinto l’Amidei nel 2017 con “La tenerezza”. «Rivinco ora con un film a cui tengo molto e che ho scritto con estremo impegno – prosegue –. Tra l’altro, soggetto e sceneggiatura sono originali. E sono contento di condividere il premio con due debuttanti, visto che si tratta di due ragazzi che provengono dal Centro sperimentale di Cinematografia dove ho insegnato. Ecco, mi sembra che tutto ciò sia qualcosa di molto bello anche per loro: aver vinto, molto giovani, il premio Amidei per la prima volta».
Riguardo poi al tratto distintivo del “Signore delle formiche”, film interpretato tra gli altri da Luigi Lo Cascio ed Elio Germano, la particolarità risiede, per il regista, «nella libertà di vivere senza lacci, senza oppressioni, senza che siano gli altri a dettare le condizioni della nosra vita, a comandare sulla nostra natura, sui nostri desideri, sulla nostra libertà».
La vicenda, ricorda Amelio, «parla di un’oppressione terribile che riguarda due individui: uno che sconta la galera per amore e l’altro, più giovane, che sconta una pena ancora peggiore perché viene minata alle fondamenta la sua salute mentale. E mentre il primo va in carcere l’altro viene curato con quarantadue elettroshock che gli sconvolgono la mente e non lo fanno più tornare come prima».
Al 42. mo Amidei, che ieri si è concluso, il Premio all’Opera d’Autore è stato invece assegnato nei giorni scorsi a Marco Bellocchio, quello alla Cultura cinematografica a Gianni Canova. «Anche quest’anno – dichiara infine Giuseppe Longo, direttore della kermesse – le giornate della rassegna hanno confermato la grande capacità di coinvolgere un pubblico sempre più vasto, attorno ad un programma ricchissimo di proiezioni e dibattiti. Abbiamo ospitato in città alcuni dei più autorevoli nomi del cinema italiano che, a conferma di un format ormai collaudato e vincente, hanno partecipato ai talk alla presenza di spettatori e studenti, avendo modo di conoscere le caratteristiche uniche di Gorizia e mostrando grande interesse per la sua storia e la sua apertura naturale sullo spazio europeo».
«Quest’anno, inoltre – ha aggiunto Longo –, anche in vista della Capitale europea della Cultura 2025, abbiamo poi voluto “adottare” un’ulteriore location, oltre a quelle tradizionali del Palazzo del Cinema e di piazza Vittoria. A Casa Krainer, in via Rastello, si sono svolti numerosi dibattiti, proiezioni, incontri con operatori del cinema e dell’audiovisivo, che hanno riscontrato un grande interesse non solo degli addetti ai lavori, ma anche della cittadinanza».
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