Il Papa non lascia, raddoppia Malkovich affianca Jude Law nella serie tv di Sorrentino

FULVIA CAPRARA
Divisi tra «derive fondamentaliste» e «tentazioni mondane», alle prese con «pietose vocazioni affaristiche» e «schiavitù delle paure e dei vizi», i due Papi che si fronteggiano in The New Pope, Sir John Brannox (John Malkovich) e Lenny Belardo (Jude Law), sono, per il regista Paolo Sorrentino, l’occasione di esplorare un mondo affascinante e impenetrabile in cui l’obbligo di inseguire «l’utopia della purezza» si scontra con ostacoli terreni difficilmente aggirabili: «Non sono cattolico e tantomeno esperto della materia – ha spiegato Malkovich – e credo che la fede non sia necessariamente un’esigenza naturale, l’aver interpretato un uomo che viene eletto Papa è stata per me sconvolgente. Conosco il lavoro di Sorrentino e, quando ci siamo incontrati in Italia, gli ho detto che avevo amato la prima serie The Young Pope, Paolo è unico, capace di far credere nei miracoli anche chi né è più lontano».
Il primo a sapere che la vicenda avrebbe avuto un seguito è stato Jude Law che, come racconta Sorrentino, si è mostrato felice di tornare a indossare i sacri paramenti di Pio XIII: «Pensavo che il personaggio di Lenny non potesse andare oltre e invece l’idea che potesse fare altro è stata molto attraente. È una persona piena di contraddizioni, lui stesso cerca di capire se i suoi sono veri miracoli o frutti di coincidenze, per questo alterna momenti in cui riposa sugli allori ad altri in cui è preda ai dubbi».
La nuova serie (9 episodi in onda su Sky Atlantic e Now Tv dal 10 gennaio, targati Sky, Hbo, Canal Plus e prodotti da «The Apartment-Wildside, parte di Fremantle») si apre su uno scenario d’incertezza, con Papa Belardo in coma, con il brevissimo pontificato di Francesco II (Marcello Romolo), ideologicamente proiettato verso l’esempio del poverello d’Assisi, ma destinato a morire in circostanze misteriose subito dopo la proprio elezione (proprio come Papa Luciani), con il Segretario di Stato Voiello (Silvio Orlando) costretto a cercare un altro sostituto.
È a questo punto che entra in scena Malkovich, aristocratico e pacato, più che un futuro capo della Chiesa, un teologo dandy immerso nelle sue considerazioni filosofiche, l’altra faccia della medaglia ecclesiastica: «Tra me e Belardo – anticipa Malkovich – non ci sono confronti veri e propri, il nostro rapporto è gestito in modo diverso, a distanza». Intorno ai due personaggi si sviluppa il circo immaginifico sorrentiniano, la responsabile del marketing Sofia Dubois (Cécile de France) che fa l’amore con il marito via Skype, il sogno con Belardo in slip bianchi che avanza sulla spiaggia in mezzo a file di ragazze in bikini, la minaccia fondamentalista, le veglie dei cattolici integralisti, il miracolo invocato da Belardo per il figlio malato e moribondo del medico che vive in Vaticano.
In America la serie è tra le più attese dell’anno, indicata in tutte le classifiche, mentre Time ha inserito la precedente nell’elenco delle più importanti del decennio. –
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