Il linguista amico di poeti e storici regalò al popolo friulano il dizionario

Sergio Zannier
Il 4 gennaio ricorreva il centocinquantesimo anniversario della morte di Jacopo Pirona, una delle figure più eminenti della storia del nostro Friuli.
Era dunque doveroso ricordarlo e per questo avevo già pubblicato un contributo sulla rivista «La Voce degli Stelliniani», nella rubrica dedicata a quegli ex allievi e docenti del liceo Stellini che abbiano raggiunto una particolare fama. Ma la memoria del Pirona merita di essere rinnovata presso un pubblico ancora più ampio, poiché fu proprio lui, raccogliendo in un vocabolario le parole friulane, a dare per primo alla nostra parlata la dignità di lingua.
Jacopo Pirona nacque a Dignano al Tagliamento il 22 novembre 1789 da una famiglia di nobile origine che aveva un proprio simbolo araldico.
Non è possibile stabilire con sicurezza se abbia studiato nel Seminario di Udine, allora appena inaugurato, o sotto la guida di un precettore privato, ma è sicuro che, compiuti gli studi, fu ordinato sacerdote e in seguito divenne abate.
Linguista, epigrafista, lessicografo e scrittore, il Pirona entrò in contatto con le personalità più in vista del momento, tra cui ricordiamo Pacifico Valussi, Prospero Antonini, il glottologo Graziadio Isaia Ascoli, il poeta Giacomo Zanella, noto tra l’altro per la poesia Sopra una conchiglia fossile, e il grande storico di Roma ed epigrafista Theodor Mommsen.
A partire dal 1816, prima nel ginnasio e poi nel liceo della scuola che oggi porta il nome di Jacopo Stellini, insegnò per quarantacinque anni, sia pure con delle interruzioni, diverse discipline, tra cui grammatica italiana, filologia latina e greca, storia.
Nel 1851, succedendo a Francesco di Toppo di cui era stato stretto collaboratore e spesso supplente, fu nominato direttore dell’istituto mantenendo tale carica fino al pensionamento (1861).
Quando il 13 maggio 1866 fu inaugurato nella sede di palazzo Dragoni Bartolini il “Civico Museo e Biblioteca” (oggi ‘Biblioteca Civica’ intitolata a Vincenzo Joppi, altro valente stelliniano), gli venne offerta la carica di conservatore a titolo di riconoscimento, oltre che degli altissimi meriti culturali, della lunga lotta sostenuta con le autorità comunali per la sua istituzione. Ricoprì tale carica fino al 1868, lasciandola ‘in eredità’ al nipote Giulio Andrea.
La fama del Pirona è legata soprattutto al Vocabolario friulano, alla cui compilazione cominciò a lavorare verso il 1845. L’opera fu pubblicata a Venezia dall’editore Antonelli solo nel 1871, e dunque un anno dopo la morte dell’autore avvenuta a Udine, nel cui cimitero monumentale riposano le sue spoglie.
Curatore del volume fu il nipote Giulio Andrea, cui sembra siano dovute le sezioni dedicate alla botanica e alla zoologia. Tra il 1890 e il 1893 l’opera fu rivista da quest’ultimo per la partecipazione a un concorso nazionale e prese il titolo di Novo dizionario friulano. Fu nuovamente ripresa e pubblicata nel 1935 con il titolo definitivo di Il nuovo Pirona. Vocabolario friulano da Ercole Carletti e Giovanni Battista Corgnali: accanto ai loro nomi (anzi prima di essi) quello del nipote. Seguirono varie ristampe anastatiche.
Se il Pirona è famoso per il Vocabolario, meno nota è la sua attività di epigrafista: le ricerche da lui condotte in tale campo confluirono in un’opera, intitolata Inscriptiones antiquae in Foro Julii, che per vari motivi non fu mai né completata né pubblicata.
A Dignano è visitabile la casa che gli dette i natali, oggi proprietà di Maria Bortolan Cojutti, nipote di Giulio Andrea Pirona. La facciata è impreziosita da un affresco, databile al XVI secolo e restaurato nel 2013, che raffigura la Madonna del Rosario col Bambino, tra i santi Giovanni Battista, Giuseppe e Antonio da Padova. Sulla facciata figurano anche due lapidi. La prima segnala, appunto, il luogo in cui nacque l’illustre studioso, l’altra così recita:
“A Jacum Pirona
che j a’ regalât
al popul furlan
il prin vocabulari
Union scritôrs furlans
1987”
Alla sua memoria è inoltre intitolata la scuola primaria di Dignano.
Per rendergli omaggio è sempre attuale l’elogio tributatogli da Giovanni Frau nel Dizionario biografico dei friulani: «S’è osservato che la sua scomparsa, nonostante i numerosi rapporti che egli ebbe con i più noti studiosi dell’epoca, passò praticamente sotto silenzio, se si eccettua un breve discorso funebre dell’abate Luigi Candotti (Sereni). Ma il tempo gli ha reso giustizia, perché la sua memoria e il suo nome, per giusto merito soprattutto del Vocabolario, sono ancora, e tali rimarranno, ben vivi tra i friulani». —
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