Il Churchill di Battiston fra grandezza e fantasmi

Una regale poltrona di pelle, un mappamondo bar e una radio d’epoca, relitti di un vecchio mondo british affioranti su una pista da circo terrosa e scura, circondata da una ribaltina di luci a ricordare quel gran teatro o terra desolata che è il mondo.
È la scena evocativa e scarna per un personaggio imponente, autoironico, umorale, eccessivo, quasi una felice/infelice controfigura di tanti eroi shakespeariani, campioni, come lui, di tragico realismo politico, da Macbeth a Riccardo III, che magari è stato convinto di emulare.
È la scena per il Winston Churchill di Giuseppe Battiston, a Udine fino a ieri per Teatro Contatto. “Winston vs Churchill”, così il titolo dello spettacolo tratto da “Churchill, il vizio della democrazia” di Carlo Gabardini e diretto da Paola Rota con magico realismo, tra suggestivi effetti luci e un evocativo tessuto sonoro.
Ma è lui, Battiston, a dominare la scena, con l’irruenza di un personaggio protagonista assoluto nella storia del secolo scorso, responsabile dei 43 mila soldati inglesi morti a Gallipoli in Turchia nella prima guerra mondiale e della vittoria su Hitler. È in quel misto di grandezza e onnipotenza, di splendore e polvere (quante volte, caduto, è stato riportato alla ribalta della storia!), che Battiston ci consegna un Churchill memorabile, statista di lucida cattiveria e uomo di profonda visceralità, colto agli sgoccioli della sua esistenza, tra le cure di una giovane infermiera che lo tiene sotto scacco con la sua bonomia e semplicità, la brava Maria Roveran, combattuto tra un presente di vistosa decadenza (deambula a fatica, con un bastone in cui cela gin e sigari, tra accessi di tosse e sussulti di uno spirito battagliero non ancora domo) e i fantasmi di un passato che come a Macbeth e a Riccardo non gli danno tregua, e lo costringono anche solo per un attimo al rimorso, a un sofferto rigurgito di umana fragilità seppur combattuto con tagliente ironia.
Un’altra superba prova d’attore per Giuseppe Battiston, cui sono andati i calorosi applausi del pubblico che gremiva il Palamostre.
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