Il castello del diavolo apre le porte ai visitatori

Forni di Sopra: visite guidate al maniero medievale di Sacuidic Tra storia e leggende, un passato come zecca clandestina
Di Gino Grillo

FORNI DI SOPRA. Pra di Got, Sacuidic, necropoli di Dondrasa e Cuol di Ciastiel. Sono le recenti scoperte archeologiche dei Forni Savorgnani che retrodatano l’origine delle due località friulane. A Forni di Sotto il primo sito, a Forni di Sopra gli altri, hanno scombussolato le antiche credenze locali. Si riteneva di origine romana il castello di Sacuidic e medievale quello di Cuol di Ciastiel, ma le recenti ricerche sul campo dell'università Cà Foscari di Venezia, dopo quelle effettuate a fine Ottocento da Alexandre Wolf, hanno datato alla fine dell’impero romano Cuol di Ciastiel e alto medievale il sito di Sacuidic.

Il castello di Sacuidic è stato riportato alla luce completamente, riproponendolo come era secondo i disegni lasciati da Wolf, mentre negli altri siti i lavori non sono stati ultimati. Sacuidic ai suoi tempi doveva indurre terrore nella gente locale: dovrebbe significare, dallo sloveno “Za Hulicu”, luogo del diavolo (Cià dal diaul in fornese), oppure più semplicemente luogo di vedetta (dal latino “sacculus vidi”) in quanto si trova su uno sperone roccioso che sovrasta il fiume Tagliamento all’imbocco del torrente Ruodia. Tant’è che questo castello era in realtà una zecca clandestina e vide la sua fine con l’avvento nell’alta val Tagliamento dei Savorgnani fra il XII ed il XIII secolo: forse lo bruciarono per porre termine alla zecca stessa. Gli scavi hanno portato alla luce diversi tondelli anepigrafi, lingottini e barre solidificate di lega di rame con evidente taglio a forbice e frammenti di crogiolo in ceramica che inducono a pensare che nel castello si battesse moneta falsa. Gli undici denari veneziani in mistura dei dogi Sebastiano Ziani (1172-1178) ed Enrico Dandolo (1192-1205) nonché quattro veronesi crociati datati prima del 1185, sono risultati falsi in quanto costituiti da un leggero strato superficiale di argento su lega meno nobile. Solo una moneta, del doge Pietro Ziani (1205-1229) in argento, è risultata vera. Nella nostra epoca, Wold riportò alla luce le mura del castello con scavi dal 1889 al 1901, dove lasciò una lapide a ricordo “scoperta dal prof. Wolf 1891”, dopo di che il sito venne nuovamente abbandonato e ricoperto dal bosco, ma rimase nella memoria popolare come “Al ciastiel di Sacuidic”.

L'associazione “For da difiendi” diede il la all’amministrazione comunale che acquisì, in parte tramite donazioni, il terreno dove si trovava il castello e si diede inizio ai nuovi scavi archeologici che determinarono le varie fasi di costruzione del maniero, da osservatorio a castello di guardia e residenza della famiglia del castelliere. Alla rocca si accede su un ponticello in legno eretto dove un tempo vi era un ponte levatoio.

Visite guidate vengono organizzate all’ufficio turistico ogni settimana, ma è anche possibile visitarlo da soli dopo una breve passeggiata.

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