I versi corsari del signor Negramaro: «Là dove si sta liberi di dir la verità»

Ecco com’è nato il singolo inedito scritto a quattro mani. L’album uscirà il 6 novembre L’idea ispiratrice è stata quella di realizzare una colonna sonora dell’immaginario pasoliniano

PORDENONE. «Un uomo con parole stanche / ammira come fosse d’oro / quest’alba che sa di nuovo / Là / dove / si sta / li- liberi di / non / aver paura / di dir la verità / di vivere la vita».

Sono, a loro modo gli “scritti corsari” con i quali Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, ha inteso rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini ispirato dalla magnifica foto di Dino Pedriali che fa da copertina al cd “L’alba dei tram”, composizione firmata insieme con Remo Anzovino artefice del progetto, una sorta di "live aid" in memoria del grande intellettuale di Casarsa.

Il singolo di questo progetto discografico, in tiratura limitata, uscirà il 29 ottobre solo in allegato ai quotidiani Finegil, capofila il Messaggero Veneto. L’album, invece, sarà disponibile in tutti i negozi dal 6 novembre e s’intitola “L’alba dei tram - dedicato a Pasolini” che apre proprio con la canzone scritta a quattro mani da Anzovino e Sangiorgi e si chiude con il tema strumentale “Inilosap”. Anzovino ha composto dodici temi con l’idea di realizzare una colonna sonora ispirata all'immaginario pasoliniano.

Sangiorgi e Anzovino si sono intesi subito sul significato del progetto. «Abbiamo condiviso l’immaginario delle opere pasoliniane - sottolinea il compositore pordenonese -: veramente tantissime immagini». Di qui l’idea di realizzare «un racconto sonoro, un commento musicale immaginario, una storia, un film e a ogni stazione, anzi a ogni fermata di questo tram, un passaggio o un’opera della vicenda pasoliniana che piú mi ha emozionato, abbinata a una musica che, a suo tempo, è nata sotto la stessa influenza».

Il tema dell'abbandono forzoso della amata Casarsa ha cosí ispirato “Aria”; l’arrivo del poeta a Roma, gli stenti iniziali e l’esplosione del suo talento immenso “Metropolitan”; la prima volta a New York, «dove lui, marxista, si innamora perdutamente di Manhattan» ha fatto nascere “Transoceano”; la centralità indispensabile dell'eros si è tradotta nei suoni di “Amante”; il primo film girato in Africa, «alla ricerca di un’altra comunità vergine» è valso a ispirare “Natural mind”; mentre «la lunga serie di processi per vilipendio» si è risolta nel tema di “Tabú”.

E ancora: la fascinazione per il lontano oriente nell’esperienza de “Il fiore delle Mille e una notte” è espressa dal motivo “Orient Island”; le canzonette facili facili, da gettonare nel juke-box per ballarci sopra, come in “Uccellacci e Uccellini” hanno ispirato “Due dita”; la passione bruciante per il gioco del calcio è diventata “Giostra”; le passeggiate di notte per accorgersi che «a causa dell’inquinamento sono cominciate a scomparire le lucciole» hanno dato vita al motivo “Cammino nella notte”. Poi Anzovino si è tuffato negli “scritti corsari” ed è nato il componimento “Io so”.

«Alla fine, l’orecchio di chi ascolta, nel ritendere al suono iniziale del tema di viola, con l’interpretazione sublime del maestro Danilo Rossi, sorretto dall’Orchestra d’archi italiana diretta dal maestro e fraterno amico Stefano Nanni, con il nome di Pasolini al contrario (“Inilosap”) - come se appunto la pellicola si riavvolgesse - sente attraverso la sola musica, il senso originario di questo mio omaggio al poeta». (r.c.)

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