I cosacchi e la Carnia nell’opera di Colautti: «Un romanzo storico»

“Libri nel bosco”: la presentazione sabato ad Aplis di Ovaro «Ho raccontato l'incontro col leggendario generale Krasnov»
UDINE. Dall’ottobre del 1944 al maggio successivo, la Carnia venne invasa dai cosacchi. E fu, come ha scritto Claudio Magris, «un’occupazione tragica e grottesca da parte di un popolo che si era alleato con i tedeschi e del quale i tedeschi si servivano per misere e infime operazioni, ingannandolo con promesse impossibili». Vicende che i carnici non hanno dimenticato e che riaffiorano ancora spesso, perché le ferite restano aperte. A raccontarle sono i libri, come il nuovo romanzo storico che sarà presentato in anteprima sabato 5, alle 18, ad Aplis di Ovaro, nella rassegna
Libri nel bosco
organizzata dall’Albergo diffuso Zoncolan. Si intitola
Ataman. I cosacchi al servizio della riconquista di un impero
. Pubblicato dall’editore Gaspari, è stato scritto dall'avvocato udinese Lorenzo Colautti che, attraverso i ricordi di un ragazzo straordinario, ha narrato quei mesi e soprattutto l'incontro da vicino con il leggendario atamano, il generale Krasnov, personaggio vissuto tra storia e mito fino al tragico epilogo.


Avvocato Colautti, perché ha scritto questo romanzo? Qual è stato lo spunto iniziale da cui è partito?


«Mio suocero, l’ingegner Gaetano Cola, ha vissuto tra i cosacchi e da tempo pensava di narrare quanto gli era accaduto. Ma gli impegni di lavoro lo hanno allontanato dal suo progetto e gli appunti che aveva scritto nel corso degli anni sono rimasti nel cassetto. Mi sono limitato a riesumarli, dandogli la giusta connotazione storica».


Chi era l'atamano Krasnov e in quale contesto avvenne l'incontro con il protagonista del racconto?


«Il termine atamano indicava, nella Russia zarista, gli ufficiali superiori delle truppe cosacche. Krasnov, dallo scoppio della rivoluzione russa fino agli inizi del 1945, è stato una celebrità sia come generale che come scrittore. Lo Zar lo aveva nominato Tenente Generale della guardia imperiale nel reggimento di cavalleria Atamanskij. Nel 1917, dopo la rivoluzione, Krasnov aveva deciso di appoggiare il governo provvisorio per difenderlo dall’attacco dei bolscevichi. Ha quindi combattuto i comunisti a fianco dell’Armata Bianca sostenuta dalla Gran Bretagna e dalla Francia. Dopo la sconfitta, inseguito dalle truppe bolsceviche, Krasnov si è rifugiato in Germania, a Berlino, dove viveva scrivendo racconti e novelle. Probabilmente non tutti sanno che negli anni '30 uno dei libri più diffusi e letti in Europa è stato il romanzo di Krasnov
Dall'aquila imperiale alla bandiera rossa
. Nel 1940 Hitler, conoscendo l'odio e il rancore dei cosacchi nei confronti dei comunisti, li ha arruolati nell'esercito tedesco, facendoli confluire in Friuli e ha nominato Krasnov capo dell'amministrazione centrale degli eserciti cosacchi. Il protagonista del mio libro incontrò veramente Krasnov in circostanze drammatiche: catturato assieme ad alcuni partigiani, venne infatti interrogato dallo stesso atamano e riuscì a salvarsi in modo rocambolesco».


Lei ha intrecciato verità storica e fiction. Ci sono nomi e personaggi della realtà accanto a figure funzionali al racconto. Fino a che punto allora si spinge la parte inventata?


«Ho voluto scrivere un romanzo storico, non un saggio. Ma se mi chiede fino a che punto si spinga la parte inventata, posso assicurare che gran parte di quello che leggerà lo potrà trovare nei libri di storia.


(pm)


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