Gli autori stranieri a pordenonelegge: dal Pulitzer Richard Ford alla scrittrice iraniana Azar Nafisi
Di grande attualità l’opera del filosofo francese Bernard-Henri Lévy che al Capitol presenterà il saggio “Solitudine di Israele”

Difficile stilare una classifica dei protagonisti stranieri che saranno presenti a Pordenonelegge.
Le ragioni sono fondamentalmente due: la prima è che da sempre la presenza di autori stranieri ha toccato le vette mondiali della letteratura contemporanea, e, parlando di vette, ognuna ha la sua importanza.
L’altra ragione risiede nei temi affrontati dagli ospiti, tutti di interesse e fortemente legati all’attualità.
Spicca senz’altro la presenza della scrittrice iraniana Azar Nafisi alla quale sarà consegnato il premio “La storia in un romanzo”, sabato 21 settembre alle 18, nel teatro Verdi, ma volendo dare qualche indicazione per la costruzione di un itinerario, abbandoniamo l’ordine cronologico e partiamo dalla domenica, l’ultima giornata, quella che da sempre conta il maggior numero di ospiti e di anteprime.
Di grande attualità, fortemente legato all’inquieto presente, è certamente l’opera del filosofo francese Bernard-Henri Lévy, che sarà alle 17 al Capitol per presentare il saggio “Solitudine di Israele” in uscita per La nave di Teseo, in cui propone con intensa lucidità una riflessione urgente sul destino del popolo israeliano.
Di tutt’altro respiro è la contemporanea presenza, sempre alle 17, ma nello spazio Gabelli, del popolarissimo autore spagnolo Fernando Aramburu che racconta “Il bambino” pubblicato da Guanda, un’immersione nelle pieghe del dolore.
Francia protagonista, sempre domenica, alle 15, in piazza della Motta, con François Bégaudeau e “L’amore è una cosa semplice”, opera pubblicata da Salani in cui racconta con assoluta concretezza la costruzione quotidiana di una relazione che, passo dopo passo, inciampo dopo inciampo, resiste al tempo.
Sempre la Francia alla stessa ora, ma al Capitol, con il nuovo saggio “Teoria di Gesù. la biografia di una idea” del filosofo francese Michel Onfray, pubblicato da Ponte alle Grazie.
Domenica ci sono anche la canadese Deborah Willis con “La mia ragazza su Marte” pubblicato da Bollati Boringhieri, alle 17, nell’auditorium della regione e la scrittrice colombiana Piedad Bonnett, alle 10.30, nel Ridotto del Verdi, per affrontare dalle pagine del suo ultimo romanzo “Quel che non ha nome” pubblicato da Codice, o, ancora, Hiroko Oyamada alle 19, nell’auditorium Vendramini, con “Donnole in soffitta”, in uscita per Neri Pozza.
Scienza, giallo e scrittura al femminile sono i temi del sabato: il neuroscienziato Manfred Spitzer farà capire “Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il nostro mondo”, titolo del saggio edito da Corbaccio; lo presenta alle 17 nello Spazio Gabelli.
Molta attesa anche per l’autrice inglese Gillian McAllister e il suo thriller “Solo un’altra persona scomparsa”, pubblicato da Fazi, alle 21 nel ridotto del Verdi, e per lo scrittore e giornalista inglese Gareth Rubin autore di “Sinister. La città delle ombre”, in uscita per Longanesi il 17 settembre, presente alle 17 in piazza della Motta.
La scrittrice Sasha Vasilyuk, nata in Crimea, cresciuta fra Ucraina e Russia, presenta alle 17 in, Confindustria Alto Adriatico, il romanzo d’esordio “Il vento è un impostore” pubblicato da Garzanti, storia di una famiglia stretta tra due regimi totalitari.
Grande curiosità anche per l’autrice nigeriana Abi Daré e il suo nuovo “Un grido di luce” (alle 21 in piazza della Motta), storia appassionante di amicizia e solidarietà femminile.
Piccolo salto all’indietro al giovedì per segnalare la presenza del giornalista e scrittore Daniel Schulz, il quale, in dialogo con Anna Longo e attraverso “Eravamo come fratelli” pubblicato da Bottega Errante, spiega in chiave narrativa come molti “pionieri” del socialismo in Germania est siano diventati neonazisti (alle 17, Confindustria Alto Adriatico).
Altra indagine quella di Rosa Montero, autrice spagnola, con “Il pericolo di essere sana di mente” di Ponte alle Grazie, che alle 18.30, al Vendramini, offre uno studio appassionante sui legami fra creatività e instabilità mentale.
Chiudiamo con venerdì e l’autore forse più atteso, il Premio Pulitzer Richard Ford, che presenterà alle 19. al Capitol, “Per sempre”, in uscita per Feltrinelli il 17 settembre, tappa di epilogo della celebre serie narrativa con Frank Bascombe.
Una giornata che vede anche la scrittrice francese Camille De Peretti, con “La sconosciuta del ritratto”, magistrale saga familiare, con amori, segreti, drammi e tradimenti, alle 18.30 in Confindustria Alto Adriatico e poi Yigal Leykin alle 17, nel ridotto del Verdi, con “Il ritorno” un romanzo che si svolge nell’arco della settimana di lutto della tradizione ebraica.
E poi le novità con l’autrice indiana Janice Pariat che firma per Salani “Tutto ciò che la luce tocca” e presenterà il romanzo in dialogo con Oscar d’Agostino alle 19 al San Francesco e lo storico Geert Mak, in dialogo con il direttore artistico del festival Gian Mario Villalta per ripercorrere “Il sogno dell’Europa nel XXI secolo”, alle 17 al Vendramini.
Un occhio al programma, naturalmente, perché riserva altri autori stranieri e importanti presenze.
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