Giusto e Del Bianco i primi alpini caduti

TRASAGHIS. In questi giorni densi di iniziative per ricordare gli accadimenti del primo conflitto mondiale, sarà ricordata anche la figura di Riccardo Giusto di Udine, primo dei 650 mila caduti nella Grande Guerra. Per questo motivo, domenica al Teatro Ristori di Cividale, sarà proiettato anche il film "Alpino Riccardo Giusto".
Ma domenica 24 maggio, a cento anni esatti di distanza, anche la gente di Avasinis ricorderà l'alpino Valentino Del Bianco "Zampares", anch’egli morto il primo giorno di quel sanguinoso conflitto. Ne dà notizia Ivo Del Negro esponente politico già sindaco di Trasaghis.
Il Comune di Trasaghis e l’Associazione Nazionale Alpini, con i gruppi di Avasinis, Alesso e Peonis appartenenti alla Sezione di Gemona, «ricorderanno degnamente quello che può essere considerato il secondo caduto della Grande Guerra», ricorda Del Negro.
Alle 10.30 è previsto il ritrovo davanti al centro sociale di Avasinis, successivamente si formerà un corteo con il vessillo della sezione, quello dell’Associazione "Mai Daur" e i gagliardetti dei gruppi, che raggiungerà la chiesa parrocchiale di Avasinis.

Alle 11 il parroco don Giulio Ziraldo celebrerà la messa a ricordo dell’alpino Valentino Del Bianco e di tutti i caduti. Interverranno il sindaco di Trasaghis Augusto Picco e il presidente della Sezione Ana di Gemona Ivano Benvenuti. Del Negro tratteggerà una breve biografia dell’alpino scomparso. Successivamente davanti al monumento ai caduti posto all'esterno della chiesa sarà deposta una corona di alloro.
«È interessante ripercorrere brevemente la sua vicenda personale. Figlio di Domenico e Orsola Ridolfo - scrive Del Negro – Valentino Del Bianco era nato ad Avasinis di Trasaghis il 24 ottobre 1891, primo di sette figli, due dei quali morti in tenera età.
Prima e dopo il servizio militare, come tanti altri giovani friulani, era emigrato per lavoro in Austria, Germania e Romania. Il 25 ottobre 1911 venne chiamato alle armi e assegnato all'8° Reggimento Alpini Battaglione Gemona. Il 28 settembre 1912 partí per la Tripolitania e la Cirenaica imbarcandosi a Napoli. Il 23 luglio 1913 rientrò in Italia per rimpatrio sbarcando a Napoli.
Venne congedato il 25 novembre 1913. Gli era stata concessa la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà e onore. Il 14 agosto 1914 venne dispensato dalla chiamata alle armi perché era già in servizio il fratello Antonio, classe 1894. Il 30 aprile 1915 venne richiamato alle armi per mobilitazione per la guerra. Il 23 maggio giunse in Val Dogna in zona dichiarata in stato di guerra».
La sua vista si sarebbe concluso il 24 maggio 1915, primo giorno di guerra. «Alle 4.30 del mattino (tre ore e mezza dopo l’inizio delle ostilità) - scrive Del Negro – Del Bianco morí in combattimento in località "Due Pizzi" (dove è stato anche sepolto), come risulta dall’atto di morte inserito al n.1 nel registro degli atti di morte della 69° Compagnia del Battaglione Gemona. Il 26 maggio 1915 venne decorato alla memoria con la Medaglia d'Argento al Valore Militare con la seguente motivazione: "Mentre andava valorosamente all’assalto di una trincea nemica; colpito al cuore cadde gridando: Viva l’Italia!».
«Se è stata drammatica la sua fine - ricorda Del Negro -, non meno dolorose sono state le conseguenze vissute dalla sua famiglia. Infatti tre mesi prima di incontrare la morte sul campo di battaglia Valentino Del Bianco si era sposato nella chiesa di Avasinis con Maria Orlando il 15 febbraio 1915. Da quella guerra non fece piú ritorno e non riuscí mai a vedere sua figlia che nacque il 16 novembre 1915. Proprio per ricordare il padre la figlia venne chiamata Valentina. Da tanti anni, inoltre, ad Avasinis la via dove si trovava la casa della sua famiglia è stata dedicata alla sua memoria».
Domenica 24 maggio alla cerimonia e alla messa parteciperanno anche numerosi parenti e discendenti di questo sfortunato alpino friulano.
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