«Era intelligente come le persone che hanno cuore»

Giovanna Marini rievoca l’amica Claudia Grimaz: «Una donna instancabile e divertente» Domani i funerali a Terenzano
Fabiana Dallavalle
Codroipo, 08/09/2003 - Presentazione de "La Solitudine del Mitilo", libro-cd di Stefano Montello e FLK per Avostanis 2003 - Foto Luca d'Agostino ©
Codroipo, 08/09/2003 - Presentazione de "La Solitudine del Mitilo", libro-cd di Stefano Montello e FLK per Avostanis 2003 - Foto Luca d'Agostino ©



«Claudia Grimaz era giovanissima quando ci siamo conosciute. Aveva una voce argentata ed era molto intonata. La segnalai subito a Valter Colle. – È brava – gli dissi – chiamala» . Valter Colle è un’editore musicale, ricercatore e musicologo friulano che ha pubblicato con la sua casa editrice “Nota” tutti i lavori di Giovanna Marini. Romana, famiglia di musicisti, legata al gruppo di artisti e intellettuali romani Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella. Claudia Grimaz vuole fare la cantante e va dalla più brava per imparare. Prende il treno a Udine e va a Roma, spesso in giornata, per seguire le lezioni dell’indiscussa maestra del canto popolare, attirata da quella donna che segue percorsi diversi e per certi versi irripetibili, che fa ricerca e insegna con straordinaria passione. “Claudia, Caia, non aveva paura di niente” .

Si commuove, Giovanna Marini, ricordando il rapporto professionale e la lunga amicizia, mentre ripercorre le tappe di un cammino umano interrotto troppo presto. «Abbiamo lavorato insieme nei “Turcs tal Friul” di Per Paolo Pasolini con la regia di Elio de Capitani», (le musiche erano di Giovanna Marini), «e da allora in poi mi sono sempre ricordata di farmi aiutare da Caia. Quando in Francia cercavamo una sostituta per la cantante del Quartetto vocale francese “Sanacore” dedito al canto polifonico, non ebbi dubbi e la chiamai. Instancabile, si muoveva tra Udine, Roma, Parigi. In tutti questi anni siamo state sempre in contatto, siamo diventate amiche, non avevamo segreti. Mi ricordo quando dividevamo un piccolo appartamento a Bruxelles mentre lavoravamo nell’Orestejja, di Franz Marijnen, al teatro Reale Fiammingo della città. Io cercavo di fare la dieta, di resistere alle tentazioni, al pane e lei mi diceva “buttalo, così non c’è più” , ridevamo. Era una donna tanto divertente. Anche quando abbiamo fatto “Le Coefore”, sempre con la regia di Elio de Capitani, c’era Caia, perché dove la mettevi aiutava le persone con cui lavorava, dava la nota. Rendeva il lavoro di tutti noi più facile. Ci siamo sempre “serviti” di lei in questo modo» .

Claudia era stata interprete anche ne “La bague magique”, opera tratta da un testo tradizionale francese sempre di Giovanna Marini, per la regia di Jean Claude Berrutti all’Opera di Nancy. «Caia era diventata bravissima con gli anni. Io le mandavo un foglietto di carta con le cose da fare e lei lo decifrava subito. Ed era brava con i bambini, speravo potesse insegnare a tanti ragazzini, era intelligente, come lo sono le persone che hanno cuore. Lei si affezionava, aveva questa grande dote di capire chi aveva davanti. Davvero io non mi capacito che non ci sia più. L’unica cosa – conclude Giovanna Marini con la voce rotta dal pianto – è che spero si incontri con Gino Strada, che si trovino assieme. E che lui la aiuti un po’».

Domani, alle 16.30, nella chiesa di Terenzano, paese dove Claudia viveva con il marito Trinità Germano e i suoi figli, saranno celebrate le esequie. —



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