Ecco Greta, emigrante che sventola al mondo la bandiera del Friuli

UDINE. 24 anni, una laurea in tasca, cinque lingue («con il friulano!»), l’amore. Quanto bastava per prendere e partire. La meta: il Brasile, dove adesso il suo nome e la sua faccia sono rimbalzati in tutto il globo per quella trovata geniale di andare allo stadio mundial sventolando la bandiera del Friuli. Succedeva per Italia-Uruguay, prima del tracollo azzurro. Da quel momento Greta Fabbro è stata contattata da una infinità di persone, anche da Friuli nel Mondo, diventandone una gratuita ambasciatrice.
Che ci fai in Brasile?
Ci vivo da sei annetti già: tutto è cominciato per amore, poi un amore è finito ed è continuato quello per il Brasile, motivo per il quale vivo qui tutt’ora. Dove vivi e che lavoro fai? Sono supervisor di aeroporto della compagnia aerea Tam a Recife, città nella quale vivo da 5 anni. Il primo anno ho vissuto a Porto de Galinhas, una piccola città balneare molto bella e turistica che si trova a circa 70 km da Recife.
Come ti è venuta l’idea della bandiera del Friuli allo stadio?
La sera prima di andare a Natal a vedere la partita, stavo organizzando le cosine da portare allo stadio e ho avuto l’illuminazione: la bandiera del Friuli!!! Certo! Nessuno avrebbe avuto quella bandiera e quello sarebbe stato un fantastico modo di farmi riconoscere dalla mia famiglia e dai miei amici in Italia durante la partita. Così ho avvisato tutta la famiglia e gli amici via facebook, che se avessero visto un quadratino azzurro con l’aquila gialla durante la partita Italia-Uruguay, sarei stata io! Certo è che mai avrei immaginato di essere inquadrata a pieno schermo cantando l’inno nazionale e così, in un movimento istintivo, ho sventolato la bandiera per dire un “Mandi! I soi chi!” e, un bel po’ di gente ha riconosciuto la bandiera.
E poi?
Mia madre è impazzita di felicità ovviamente! Poi un sacco di amici qui in Brasile e in Italia mi hanno riconosciuta e mi scrivevano in continuazione per farmi i complimenti, ma la sorpresa è arrivata il giorno dopo, quando su Facebook un mio amico mi manda il link di un friulano dalla Svizzera, che aveva fatto le foto allo schermo della tv mentre io sventolavo la bandiera e ha messo una bella dedica in friulano... non ci potevo credere! Alché, entrando nel profilo di questa persona, ho visto che l’Ente Friuli nel Mondo aveva condiviso le foto ed era già alla ricerca dell’identità di “questa impavida ragazza”... Ancora più stupita! In due secondi ero diventata l’eroina della bandiera friulana! Così sono arrivati altri messaggi del tipo “quando l’abbiamo vista c’è stato il boato come se fosse un gol!”; “Son saltato dal divano e gridavo: “a iè furlane! a iè furlane!”. Anche i miei zii e cugini dal Canada non ci credevano: mia zia si è commossa. Ancora non ci credo! Mai avrei immaginato una ripercussione così grande e positiva in un gesto così semplice e spontaneo e sono molto felice di aver potuto regalare questi attimi di felicità a così tante persone. Sono molto orgogliosa delle mie radici e sono felice di poter essere stata una rappresentante della nostra terra per qualche secondo!
Quanti friulani ci sono nella città in cui vivi?
Qui a Recife non conosco nessun friulano ma tutti i miei amici sanno già un sacco di cose sul Friuli e i friulani: dal nostro friulano, che mi sentono parlare al telefono con la famiglia, ai paesaggi meravigliosi che faccio vedere tra le foto che ho qui a casa. Diciamo che è una missione di ambasciatrice solitaria, ma con ottimi risultati. Zico e l’Udinese sono sempre ottimi alleati per far ricordare subito dov’è Udine. A Udine invece esiste la missione al contrario: portare un po’ di Brasile in terra friulana: io e mio fratello Ermanno abbiamo una passione per la capoeira da quasi 10 anni, e continuiamo a praticarla, anche se in luoghi, direi poli, opposti. Perciò lui dà lezioni di capoeira in zona udinese e viene in Brasile ogni tanto per rinfrescarsi la memoria, e quando io vado in Friuli lo aiuto in questa missione e gliela rinfresco un po’ anche io!

Che scuole hai frequentato in Friuli?
A San Vito di Fagagna, ho fatto le scuole medie a Fagagna e le superiori a Udine, alla Scuola Magistrale Agazziana, e ho continuato gli studi a Padova, dove mi sono laureata in Turismo cultuale e ho fatto un anno di master di Storia e cultura dell’alimentazione a Bologna. Dopo di che, c’è stata la scelta del Brasile, della quale non me ne pento assolutamente!
Per un giovane che in Italia fa sempre più fatica a trovare lavoro, il salto all'estero lo consigli?
Senza dubbio! È un gesto che ti fa guardare le cose da un altro angolo, che ti fa crescere, che ti fa vedere quali sono le tue reali potenzialità e possibilità: in Italia si respira un clima di “non possibilità” fortissimo, dove ti annulli ogni giorno di più e non credi più neanche in te stesso e nelle potenzialità che realmente hai, dovuto hai tanti “no” che ricevi da tutte le parti. Nonostante la mia laurea, le quattro lingue che parlo (5 se contiamo il friulano), già sette hanni fa avevo grosse difficoltà a trovare lavoro e immagino che ci siano un sacco di giovani che vivono situazioni simili a questa: capaci ma impotenti. Perciò sì, fatevi un giro all’estero. Buttatevi! Scopritevi! Anche solo per dire: “Ok, ci ho provato e preferisco l’Italia”, ma almeno avrete qualcosa con il quale confrontarvi e capire cosa volete. E, la distanza ti insegna a dar valore a chi davvero conta, alla tua famiglia, alle tue radici, a tutto ciò che di solito avevi sotto il naso e magari non consideravi importante.

Rimpianti?
Rimpianti??? Nessunissimissimo!!! Questa esperienza mi ha fatto crescere su tantissimi aspetti! A valorizzare ciò che sono e ciò che ho, a crescere spiritualmente e a capire cos’è veramente importante nella vita! Oggi mi considero ricchissima di spirito ed esperienze! Pronta per qualsiasi sfida. Amo il Brasile, è un paese stupendo, con tutti i suoi pregi e difetti che mi insegna ogni giorno qualcosa di nuovo e dove sto bene, libera di crescere e creare e sorridere al mondo!
Il Brasile è una parentesi della tua vita o...?
Non so dire se il Brasile è solo una parentesi, se tra un anno cambio idea e me ne vado, se resto qui ancora 20 anni, non lo so. So che ora qui sto bene, ho trovato la mia dimensione e dico SONO FELICE! Frase rara di questi tempi. Sei mai tornata in Friuli? Torno in Friuli almeno una volta l’anno, durante le mie ferie: la “saudade” di casa è fortissima!! Perciò ho bisogno di stare in contatto con la mia famiglia e le mie radici almeno qualche giorno per ricaricarmi! Così tra paesaggi, famiglia e amici, cibi e vini, mi ricordo di tutto ciò che di buono la mia terra mi ha dato e continua a darmi, e sempre scopro qualche bellezza in più da portarmi nel cuore.
Racconta la tua città brasiliana.
Recife è una città del Nordest brasiliano, gira e rigira, son finita da un nordest all’altro. È una città solare in tutti i sensi: fa caldo tutto l’anno, si passa dai 32-34 gradi d’estate ai 26-28 d’inverno. È una città ricca culturalmente ed economicamente: esiste un mix culturale fortissimo, di radici indigene, africane, olandesi e portoghesi che si riflette nelle tradizioni, architettura, artigianato e nelle manifestazioni culturali. Durante il carnevale qui a Recife esplode questa diversità culturale: varie danze tipiche, come il frevo, samba, capoeira, maracatu, varie maschere tipiche, colori fortissimi, gente di tutte le età, dai bambini agli anziani, per strada a divertirsi! È un’allegria inebriante. Ma al di là del carnevale, ci sono sempre eventi e attività bellissime tutto l’anno e le persone sono molto allegre e accoglitrici. Economicamente esiste un polo commerciale molto forte, grazie anche a un porto commerciale importante che si trova qui, quello di Suape. Varie aziende Italiane tra le quali la Martini e la Fiat hanno fabbriche qui.
Progetti?
Questo è uno dei motivi che mi sta stimolando a fare una specializzazione in “import export”, già che il mercato qui è fertile ed è un’area molto interessante. Al di là di questo progetto, esiste il progetto musicale: una passione che coltivo da sempre, fin da quando ero piccola e cantavo nel coro di San Vito di Fagagna e poi facevo qualche cantata con mio fratello Omar, che è un chitarrista fenomenale e suona tutt’ora. Poi in Brasile questa passione si è fatta sentire sempre di più, stimolata dalla mia passione per il samba e dai miei amici che sono fan della mia voce e che mi spronano tutt’ora a investire in questo senso; la musica italiana è molto amata qui perciò è anche richiesta, ma sviluppo anche un repertorio di samba, mischiando canzoni italiane e brasiliane per far vibrare tutto in una nuova sintonia. Spero un giorno di poter vivere di musica.
In quanto tempo si impara la lingua portoghese?
L’ho imparata in un anno e vivevo in Italia, ma sicuramente se l’avessi studiato qui ci avrei messo di meno: alla fine è una lingua latina e, dico, il friulano aiuta un sacco. Ci sono espressioni e parole nel portoghese che sono uguali o quasi uguali al friulano perciò... si gioca in casa.
La mega-sconfitta del Brasile ha segnato il Paese.
Non ci si crede ancora. Diciamo che c’è una buona fetta che ci sa scherzare su e che ammette che non erano preparati. Sono i Mondiali più sorprendenti della storia. Tutto può succedere. Comunque molti giocatori si sono mostrati umili ed emozionati. Uno spirito di sofferenza comune ai tifosi. Ben diverso dalla squadra Italiana che... non si è dimostrata disponibile e affabile. Ho avuto l’opportunità di riceverli a Recife per lavoro, oltre che a vederli a Natal in campo: molto distanti e quasi disinteressati, per non dire scocciati. Salvo alcune eccezioni di personaggi che già ammiravo e che ora ammiro ancora di più come Buffon, Prandelli, Chiellini e Pirlo. Questi si sono dimostrati educati e simpatici comunque. Qui invece nella vittoria o nella sconfitta è ben diverso lo spirito di unione che c’è tra conterranei.
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