Dal museo di Chicago undici opere per la prima volta in Italia

INVIATA A CHICAGO. L’Art Institute di Chicago è considerato da tutti uno scrigno dell’arte in cui è difficilissimo entrare. Dialoga con musei di pari grado, vale a dire il museo Orsay di Parigi e il Metropolitan museum di New York. Il fatto, quindi, che l’Art Institute di Chicago presti 11 opere a “Linea d’ombra” per la mostra “Storie dell’impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gaugin” diventa un fatto unico nel panorama artistico italiano e un modo per riconoscere il lavoro svolto dalla società di Treviso che festeggia il suo ventesimo compleanno. Il suo direttore, lo storico dell’arte Marco Goldin, valorizza cosí l’esperienza maturata tra il Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, e apre la strada verso un futuro di collaborazioni con i grandi musei.
Nel tour americano iniziato martedí al museo di Columbus, dove sono custoditi otto capolavori che vedremo in mostra a Treviso, Goldin mercoledì scorso ha definito i dettagli per il trasferimento nel museo di Santa Caterina a Treviso, di altre 11 opere tra quadri e fotografie dal museo di Chicago.
«È la prima volta che prestiamo queste opere di Courbet, Monet, Cezanne, Gauguin, Degas e Boudin, in Italia», spiega la capo dipartimento della pittura europea, Gloria Groom, accompagnandoci nelle sale dove sono esposte opere uniche al mondo. Entrare nel museo situato in centro a Chicago, tra grattacieli di vetro e una vita che ruota attorno al lago Michigan e che quando la tecnologia ti abbandona ti consente di dialogare da un taxi all’altro affiancati nella strada a tre corsie aprendo semplicemente il finestrino, è come entrare in un luogo sacro. Decine di sale raccontano la storia dell’arte e del collezionismo americano che ha consentito a molte di queste opere di oltrepassare l’oceano. Da qui partirà il ritratto “Mère Gregoire” di Courbet, dipinto tra il 1855 e il 1859, che valorizzerà la sezione dedicata ai ritratti. Non sarà da meno il “Ritratto della signora Lisle e della signora Loubens” dipinto da Degas tra il 1866 e il 1870. «Siamo nella fase in cui - spiega Goldin - le figure vengono realizzate in uno spazio silenzioso per valorizzare la concretezza dei volti e il colore che sta attorno». Nella parte opposta della stessa sezione vedremo invece “Gli antenati di Tehamana” di Gaugin, un quadro assicurato per 100 milioni di euro. In questa mostra gli importi assicurati sono da capogiro, complessivamente superano un miliardo di euro.
La quarta opera che “Linea d’ombra” riceverà in prestito da Chicago e che caratterizzerà la sezione “figure sotto il cielo en plein air”, è “Temporale in arrivo” di Boudin, il maestro di Monet, nel 1864. Sarà esposta a fianco di un altro quadro di Boudin in arrivo dal Thyessen di Madrid. Non saranno da meno “Il giardino dell’artista” di Monet (1873) e la “Veduta panoramica di Auvers” firmata da Cezanne nel 1875. «È un quadro fondamentale a fianco dei paesaggi di Monet per capire - aggiunge Goldin - il senso della dissoluzione della luce e l’idea della costruzione dello spazio». Il quadro piú importante di Monet, però, resta “Passeggiata sulla scogliera di Pourville”. Il mega prestito si completa con quattro fotografie di Gustave Le Gray.
Compiere 20 anni e ricevere in prestito da uno dei maggiori musei al mondo opere di alto valore artistico come queste, per Goldin «significa ottenere un riconoscimento tangibile di avere lavorato bene. È un riconoscimento che viene per i 20 anni di “Linea d’ombra” avendo ricevuto da questo museo solo un’opera prima. Avere questi capolavori è il senso di un’adesione non solo al progetto, ma anche a quello che “Linea d’ombra” ha rappresentato nel mondo espositivo italiano». La mostra resterà aperta dal 29 ottobre al 17 aprile 2017.
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