Curioso, ironico, creativo: addio al maestro del design

Morto a 69 anni l’art director di tante Biennali, di Moroso, Mittelfest e della Rai Intellettuale appartato e generoso, scrisse e disegnò col poeta Tito Maniacco
Di Antonio Giusa

di ANTONIO GIUSA

Ferruccio Montanari si è spento in una fredda giornata d’inverno. Oggi è il giorno del dolore per chiunque lo abbia conosciuto, ma la sua vita si era spezzata già alla fine dell’estate di due anni fa. Per cercare di ricordare l’inventiva, la curiosità, la grande cultura, l’ironia, lo sguardo profondo e i modi gentili di Montanari si deve tornare al settembre del 2013 e al suo studio di piazza San Giacomo, dove trascorreva lunghe giornate circondato dai suoi preziosi libri, in compagnia delle sue collaboratrici e di quelli che andavano a trovarlo.

Lo studio era il luogo della creatività, dell’intelligenza, dello scambio di idee, dove si trovavano sempre soluzioni geniali, ma era anche quello dell’ospitalità e dell’empatia. Era facile fare amicizia con Ferruccio Montanari, lavorare con lui era un piacere, un’esperienza indimenticabile.

L’11 settembre di due anni fa eravamo al lavoro per concludere quello che sarebbe stato il suo ultimo libro “Friulani delle idee. Dieci dialoghi con il mondo”, edito da Mario Casamassima. Bisogna precisare che Montanari non era solo un grafico e un illustratore. Grazie a lui i libri diventavano degli oggetti di grande bellezza, da vedere e non soltanto da leggere. La memoria va al primo grande libro che Montanari realizzò nel 1977 con Tito Maniacco per l’editore Casamassima, “I senza storia”, che dava voce alle classi subalterne friulane.

Se si scorrono i cataloghi delle biblioteche non si troverà spesso il nome di Ferruccio Montanari fra gli autori, ma se invece si analizzano con attenzione i prodotti editoriali regionali e nazionali, si troveranno centinaia di volumi a cui ha collaborato.

Ferruccio Montanari è stato, dagli anni settanta, al centro del mondo della grafica italiana. Architetto, aveva deciso di non esercitare quella professione e aveva intrapreso la strada della comunicazione, dapprima assieme a Francesco Messina. Una quarantina di anni fa avevano progettato la campagna pubblicitaria del Lambertin Sportivo, il negozio di Lamberto Favella. Fra gli altri c’era anche un manifesto, dove avevano lasciato uno spazio bianco e giravano per la città a leggere i commenti lasciati dalle persone. Questa vicinanza alla gente comune Montanari non l’aveva mai persa, anche quando era arrivato al successo e alla notorietà. Memore della sua militanza politica in Lotta continua, aveva sempre affermato la sua appartenenza al mondo della sinistra. Era molto legato anche alla sua Gemona, a cui aveva dedicato, dopo il terremoto, “Un piccolo libro per un grande ricordo”. E non mancava di sottolineare le sue origini marchigiane, la famiglia di suo padre stava “in Ancona”, come si dice da quelle parti. A questo proposito un’occasione felice per lui è stata quella di legare il suo nome a quello di Casa Leopardi, assieme a quelli della sua compagna di allora Patrizia Novajra, con cui ha condiviso il progetto di comunicazione, e della figlia Antonia che, al tempo bambina, scattò la fotografia del cielo che divenne l’immagine guida del Museo di Recanati. Sarebbe impossibile in questa sede ricordare le tap. pe della sua produzione che merita un adeguato approfondimento. Ci si limiterà a citare la rivisitazione del Leone di Milton Glazer per la Biennale di Venezia, con cui ha collaborato dal 1977 al 1982. Negli anni ottanta e novanta ha creato per la Rai le sigle di alcune trasmissioni e l’immagine del Prix Italia. Montanari è stato anche un organizzatore culturale e un grande conoscitore della fotografia. Fra i fondatori di Art& ha creato nel 1987 la manifestazione “Friuli Vg fotografia” che ha ospitato la mostra di Robert Capa.Ha ideato un gran numero di loghi di aziende e di festival, fra i quali quello del Mittelfest nel 1991. Ha sempre curato la grafica per numerose aziende fra le quali si può ricordare la Moroso di Udine. Infine va detto che Ferruccio Montanari è stato un grande maestro. Alla sua bottega si sono formati alcuni giovani che si sono affermati nel mondo della grafica.

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