Cisilino porta la buona “peraule” e riscopre divertendo il friulano

Ogni domenica sul nostro quotidiano viene pubblicata “La peraule de setemane” (“La parola della settimana”), una rubrica a cura di William Cisilino che racconta in marilenghe un fatto accaduto durante la settimana in Friuli partendo dalla parola friulana che lo caratterizza. Da oggi sarà in edicola il libro “O sin dal gjat” (a 8 euro e 70 centesimi piú il prezzo del quotidiano). Raccoglie una prima manciata di parole capaci di raccontarci il Friuli d’oggi con una vena ironica e un pizzico di poesia. La pubblicazione è arricchita dalle illustrazioni di Daniel Cuello e dalle traduzioni in italiano. Ecco l’introduzione a firma dello scrittore Flavio Santi.
Flavio Santi
Caro Marziano, che nell’anno 76*** bazzichi dalle parti del Friuli, magari zona Udine (vedrai, il Friuli è piccolo ed è davvero quel compendio di universo di cui parlava uno scrittore, tu viaggiatore di universi dovresti apprezzare); ecco, se sei in difficoltà con tutti i milioni di files e documenti audio e video a disposizione per capire la terra che stai esplorando, ti consiglio vivamente la lettura di questo… dizionario (è suddiviso per voci); almanacco (reca in calce delle date); romanzo (racconta per brevi capitoli una storia avvincente); saggio (analizza e interpreta dei fatti); raccolta di aforismi (dà definizioni e stoccate fulminanti); livre de poche (sta comodamente in una tasca ed è l’ideale per affrontare le giornate difficili).
Magari voi marziani avete un termine che racchiuda in una sola volta tutto questo. Vedi? Già il fatto che si presti a così tante definizioni ti dice della sua ricchezza e varietà.
Trovi che il titolo “O sin dal gjat” sia un po’ “strano”? Certo, rispetto a un anodino “Relazione su alcuni fatti del Friuli nell’anno terrestre 2017-2018”, non ti darei torto.
Ma invece no. Il titolo è allusivo. È poetico.
Ecco un’altra cosa che troverai: tanta poesia – e dunque, attenzione ai dettagli, alle persone, alle parole (ce n’è di bellissime: pucefadiis; sdrondenade; lâ a patràs; dispatussâsi…). L’avete ancora, la poesia? Spero proprio di sì, sennò poveri marziani…
Ma soprattutto leggendolo, capirai cos’è il Friuli. Una terra dove si è saputo trasformare una Tragedia in una Rinascita.
Una terra dove il nome di un paese – che fra l’altro è anche il mio, di paese – parla di noccioli, castelli, ma anche di commissari letterari e televisivi.
Una terra dove il vino è un piacere, ma è soprattutto civiltà e cultura (ci hai mai pensato che agricoltura e cultura hanno la stessa radice?).
Una terra dove il calcio non è semplicemente uno sport, ma un motivo di potente e viscerale umanità e identità. Una terra dove si entra in un’osteria da perfetti estranei, e – complice un “tai” – si esce amici.
Una terra dove si parla una lingua complessa e millenaria, carica di una storia altrettanto stratificata – un certo Dante Alighieri ne sa qualcosa. … e tanto altro ancora che non ti svelo.
Si dice che le stelle più potenti siano quelle che concentrano la maggiore massa nel minore spazio. Ecco. È un po’ successa la stessa cosa in questo libro (dizionario, almanacco, romanzo, saggio, raccolta di aforismi, livre de poche…): in ogni pagina, nello spazio di poche righe c’è un intero universo.
L’universo che si chiama Friuli-Italia, Europa, Emisfero boreale, Terra, Sistema solare, Via Lattea, 4,2 anni luce da Proxima Centauri. —
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