Balasso: al mio Scritore non serve il marketing

Pordenonelegge si fa editore del personaggio celebre sui social network «È un campagnolo che è sostanza al netto, il contrario della vuota apparenza»
Di Gian Paolo Polesini

di Gian Paolo Polesini

Il corrosivo attraversamento del marketing nel contemporaneo. «Toglie il peso dei contenuti, lasciando un’apparenza vuota». Natalino Balasso dixit. Vien fuori ’sta cosa stimolando una chiacchiera appositamente concentrata su . Il Scritore, figura di straripante saggezza seppure aggrappato a un lessico primitivo, cadenzato veneto, perlopiù. C’è del genio. Su Facebook è un trionfo di mi piace e pure Twitter serve da base di lancio. È figura liquida utile a sgretolare il per nulla esaltante sociale quotidiano. Vulcanico, Balasso. Spunta un’idea collegata a Pordenonelegge, festival caro al signore di Porto Tolle. In parole povere, poi scaveremo lungo il cammino, la cinque giorni di letteratura si fa editore, pubblicando l’opera Il libro del Scritore, per l’occasione. Una confezione sartoriale, su misura, che comparirà solamente sullo scaffale pordenonese. Tirata giù la serranda, spolverate le strade e fatti sparire in cantina i totem, il librino esaurirà il compito suo. Natalino propone e dai piani alti che guardano il Noncello giunge un entusiastico sì. «Un po’ di burocrazia – confessa – quella tipica da adattare a una inusuale trasformazione come questa, ma poi tutto è filato liscio».

– Orde di popolo la seguono. Chissà mai, qualcuno se lo sarà certamente chiesto, da dove è sbucato questo personaggio?

«Dall’incipit di un libro, Voci del mondo di Robert Schneider. S’interroga l’autore: Mozart, per dirne uno a caso, è il più grande oppure ce ne sarebbero stati di ancor più immensi se fossero nati in un posto altrettanto giusto e con un simile intreccio del destino favorevole? Così vale per scrittori, poeti, attori, pittori, scultori, musicisti e via così. Voglio dire: quanti talentuosi non godono dei benefici del fato e restano compressi negli angoli, tristi e sconosciuti? Il Scritore non ha strumenti, è un campagnolo senza grande cultura, eppure riesce a raggiungere la visibilità soltanto con l’urgenza del comunicare. È sostanza al netto, niente apparenza, né tantomeno marketing».

– Rientra nella filosofia del puro fare.

«Certo, e ben si coniuga con Pnlegge, dispensatore di pensieri e parole. Trovo intrigante anche il produrre manufatti casalinghi che si liberano sul territorio».

– Come stiamo a qualità globale, Balasso?

«Male. Si scrive al ribasso, un retaggio della nostra televisione, che nell’ultimo decennio ci ha fornito tutti gli strumenti del non ragionare. Facile, poi, plasmare il resto. Persino parecchi librai, guardi, non sanno consigliarti che sfogliare. Una miscellanea di troppa mercanzia e d’ignoranza».

– Ah, pardon. Abbiamo saltato un passaggio legato a il Scritore. Sarà un volume vero?

«Con copertina e tutto il resto. Ma, e questo ma è importante, non avrà le caratteristiche proprie che invogliano all’acquisto. Prendo distanza dall’imbonitore, m’interessa il cuore, la riflessione e basta. Il vip vende. La gente lo guarda in tivù e acquista, indipendentemente da cosa offra. Cerco il distacco totale dal sistema».

– La rete è un luogo dove lei si muove agile. Sta bene nel virtuale?

«Internet gode di mitizzazioni eccessive. In realtà, e purtroppo, in quel mondo ci si specchia. Ritroviamo lo stesso basso profilo reale della vita vera. Eppoi basta col credere nella novità assoluta del virtuale. Non inganni il cambio della forma. Lo sperimentò lustri fa il Dash, per focalizzare meglio... Si ricorda la formula? Le diamo due fustini in cambio di uno. Il prodotto lo creava, e lo crea, il denaro. Più soldi, più visibilità. E si ritorna al marketing: attorno a un qualcosa, il vuoto. Penso che la rete sia tale e quale alla tv generalista».

– Il suo bello è la mancanza di satira nei suoi scritti, non ne possiamo più. Sotto sotto, fa politica, però.

«L’opinione lo è. Se non ti appoggi ai simboli è un politicare innocuo. Quando dico asili gratis per i bambini, faccio politica, quando dico non sprechiamo i soldi per gli eserciti, faccio politica, quando dico togliamo le pensioni folli ai generali e usiamo il corrispettivo per l’infanzia, faccio politica. È un pensiero unico, la politica».

– C’incontreremo a Pordenone, allora. Dal 18 al 22 settembre.

«Non mancherò».

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