Argylle - La super spia: un film giocattolo senza lezioni e morale
Un thriller divertente e fumettoso con tanti colpi di scena: la straordinaria Dua Lipa in un parodia “jamesbondiana”

UDINE. Divertente e sovrabbondante, vorticoso e fumettoso, ultrapop e ultraleggero. Insomma: uno di quei film-giocattolo che fanno storcere il nobile nasino ai critici intellettuali e ai grafomani delle webzine, meritandosi automaticamente il nostro plauso!
Ecco Argylle - La super spia, nuova action comedy firmata da Matthew Vaughn dopo il cult “Kick-Ass” e i tre capitoli della saga “Kingsman” (ma anche nuova megaproduzione Apple Studios dopo “Killers of the Flower Moon” di Scorsese). Un film-giocattolo, dicevamo, che non desidera essere nient’altro che un film-giocattolo, senza somministrare al pubblico le ormai onnipresenti lezioni di sociologia o qualche moraletta modaiola cucita su misura per la Gen Z.
“Argylle” è meno centrato del primo (bellissimo!) “Kingsman” ed è pure meno sorprendente, sebbene il plot sia una generosa matrioska di colpi di scena, però funziona dall’inizio alla fine: tanto sul piano dello spettacolo, dove Matthew Vaughn ama scatenare la propria esagerazione, quanto sul piano del racconto, dove le placide giornate della scrittrice Elly Conway (personaggio quasi disneyano che indossa gli occhioni azzurri di Bryce Dallas Howard) si schiantano all’improvviso contro le giornate infernali dell’agente segreto Aiden (un irresistibile Sam Rockwell).
139 minuti saturi di adrenalina, umorismo e proiettili, non necessariamente in quest’ordine, tra una chiave elettronica da ritrovare, un’organizzazione criminale da decapitare e mille bugiardi da smascherare. Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi?
Se l’ultima inquadratura e i titoli di coda ospitano una gradita promessa di sequel (botteghino permettendo), l’incipit vede scintillare la divina Dua Lipa in un parodia “jamesbondiana” davvero degna di memoria. Alla faccia dei critici intellettuali e dei grafomani delle webzine.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto