Verona riapre l’Odeon per celebrare Kaos ’76, il giorno della scossa

UDINE. La cosa migliore sarebbe riunire sopravvissuti e testimoni intorno a un tavolo, lasciarli parlare e guardare i loro occhi mentre si riempiono di ricordi che non sbiadiranno mai. Nell’impossibilità di farlo, i sostituti migliori per farsi raccontare gli attimi in cui la terra del Friuli tremò, in quella sera di quarant’anni fa, sono sicuramente le registrazioni audio e video originali.
Quelle testimonianze raccolte da Luigi Montalbano e Alessandro Verona di Vicino/lontano fornite dall’Associazione dei Comuni terremotati, dall’Associazione Radioamatori Italiani di Udine, dalla Biblioteca Civica Joppi, dalla Brigata Alpina Julia, dal Craf, dalla Cineteca del Friuli, dall’Istituto Luce, dai Vigili del fuoco, dalla Rai e dai Civici musei di Udine, per realizzare la mostra "KAOS 76: la notte che cambiò il Friuli” che si aprirà proprio questa sera all’ora della scossa, poco dopo le 21.
E se non è banale il contenuto, non può esserlo certo il contenitore. Dunque, per ospitare questo percorso così potente dedicato all’Orcolat, gli organizzatori di Vicino/lontano sono riusciti per il secondo anno di fila a riaprire le porte dell’ex cinema-teatro Odeon. Storia che ospita altra storia, tra decadenza e speranza di resurrezione.
Chi vorrà vivere e rivivere quei momenti, dunque, non dovrà far altro che varcare la soglia dello splendido edificio liberty di via Gorghi, dimenticato dietro le altrettanto desuete cabine telefoniche in un angolo di Udine che parla di tempi di una ricchezza andata. Nell’atrio dell’ex cinema alcuni video trasmetteranno immagini di un Friuli arcaico pre-terremoto e in sala, l’Orcolat. Quel che ci si troverà di fronte è un tuffo nella notte del 6 maggio 1976. La mostra, infatti, è un insieme di luci e ombre, suoni e immagini che svelano lentamente l’allestimento.
Ad accoglierci è parte dall’audio originale della scossa principale, immerso nel buio della sala, che fa da preludio alle prime immagini notturne catturate nei luoghi della tragedia e proiettate su un grande telo di fronte al palco. Poi, i primi commenti a caldo dei principali sistemi d’informazione del tempo.
Si ascolta il primo telegiornale nazionale: una voce ferma e seria, che non cerca sensazionalismi, ma che dà con rigore deontologico le prime notizie. I primi morti, i primi paesi colpiti, i primi a prestare soccorso.
E poi altre immagini, altre parole che stringono il cuore in una morsa di orgoglio e impotenza. Il recupero di una bimba sotto le macerie e la voce calda del soccorritore che le chiede se le piace il mare e le promette che tra poco tutto sarà finito.
E al termine di un video al tempo stesso straziante e feroce che a quel tutto da un’immagine, le luci illumineranno la sala svelando l’allestimento nella sua interezza.
L’esposizione raccoglie infatti anche diverse fotografie, oltre ai video e ai contributi dei radioamatori dell’epoca che supportarono l’emergenza e coordinarono l’intervento delle forze dell’ordine, e che accompagnano il visitatore in un viaggio «che appartiene a un altro secolo, anzi a un altro millennio», come ammesso dal curatore Alessandro Verona. “KAOS 76: la notte che cambiò il Friuli” ha anche il merito di restituire vita a un mondo analogico che, elaborato attraverso le attuali tecnologie digitali, dà la forma a questa intensa installazione multimediale.
La mostra, oltre che nei giorni di Vicino/lontano, sarà visitabile con un contributo di 2 euro fino al 3 luglio 2016 il giovedí e il venerdí dalle 18 alle 22, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22. Andare, guardare, ascoltare e ricordare.
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