Zanfrà: «Ecco i piani per la smorta di Cavolano»

SACILE. «Per la smorta di Cavolano risorse in arrivo dal Piano di sviluppo rurale della Regione».
Dopo la causa intentata dal Comune ai proprietari, l’assessore Anna Zanfrà candiderà il Comune di Sacile, con Caneva e Polcenigo al bando regionale sulla Misura 16.1 del Piano di sviluppo rurale: mette in palio 500 mila euro.
“Risorse da dividere in tre parti e il bando è atteso a breve – ha anticipato Zanfrà –. Caneva e Polcenigo interverranno nell’area naturale del Palù, invece a Sacile l’obiettivo sarà quello di aprire un cantiere di pulizia e sistemazione spondale della smorta a Cavolano». Il tema condiviso dai tre territori è quello fluviale. «La smorta di Cavolano – ha spiegato l’assessore all’urbanistica – è di proprietà comunale e vogliamo attivare lavori per sistemare anche i percorsi per i visitatori. Il turismo fluviale d’area vasta è l’obiettivo condiviso con Caneva e Polcenigo».
La situazione. Argini franati, tronchi spezzati e caduti nelle anse del Livenza e terremo smottato: la smorta di Cavolano è sotto osservazione del Comune. La smorta è un piccolo eden di Sacile, creato nel lungo laboratorio di piantumazioni dal naturalista Roberto Pavan. «Nell’ambiente ci sono fenomeni naturali come le frane e la caduta degli alberi che terminano il loro ciclo biologico – sottolinea l’ingegnere Pavan –. Si può intervenire sugli argini e l’assestamento dei paletti sulle rive, ma è importante soprattutto una riflessione a monte, sul fiume».
Servono progetti per difendere l’ambiente e il fiume Livenza, dalle sue sorgenti.
La proposta. «La protezione deve essere una priorità a Sacile e la salvaguardia del Livenza comincia alle sorgenti – ribadisce Pavan –, dove ci sono tre depuratori e troppi scarichi». Vanno controllati gli scarichi che aumentano l’inquinamento fluviale e anche il fattore bio delle specie in acqua. «Quello che in natura non è accettabile è l’inquinamento causato dall’uomo – Pavan è determinato –. Non è un fenomeno naturale che l’ambiente possa assorbire, come capita invece per le frane delle rive oppure gli alberi sradicati nella smorta».
La Misura che si progetta nella smorta di Cavolano prevede una piantumazione di essenze e arbusti, il ripristino dei percorsi e una segnaletica didattico-turistica che incentivi i flussi del turismo sostenibile.
Il problema. L’emergenza ambientale per la smorta di Cavolano sono gli argini franati. «Sponde franate, grande quantità di legno morto, immondizie ovunque – aveva lanciato l’appello cinque anni fa l’ex assessore Federico Cazorzi –. Urge la manutenzione». L’assessore all’ambiente Vannia Gava ha chiarito le responsabilità. «La competenza – ha verificato Gava – è della Regione». (c,b.)
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