Zamparini dice addio al Palermo, non al calcio: «Mi sento ancora giovane, mai dire mai»

Cominciò nel 1983 con il Pordenone, poi il Venezia nel 1987 e in Sicilia dal 2002. Nel 1991 fu a un passo dall’Udinese
L'allenatore Francesco Guidolin (S) con il presidente del Palermo Maurizio Zamparini durante la presentazione allo stadio Renzo Barbera di Palermo, in una immagine del 01 giugno 2006. ANSA/MIKE PALAZZOTTO
L'allenatore Francesco Guidolin (S) con il presidente del Palermo Maurizio Zamparini durante la presentazione allo stadio Renzo Barbera di Palermo, in una immagine del 01 giugno 2006. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

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Un addio o un arrivederci? Maurizio Zamparini, ceduto il Palermo, non regala certezze. «Rientrare nel calcio? Mi sento ancora giovane: mai dire mai». Intanto dopo 31 stagioni non ci sarà una società di sua proprietà tra serie A, B e C.

Era il 1987 quando Zamparini acquistò il Venezia. In pochi lo ricorderanno ma per farlo aveva dovuto cedere le quote del Pordenone che aveva acquistato quattro anni prima. Sarà l’inizio di una lunga avventura che l’ha portato fino a ieri quando si è congedato dal Palermo. «Non so se sia un giorno triste o bello, forse tutti e due – ha detto –. L’ultimo regalo che posso fare è dare la società a persone di livello con possibilità economiche. Ho subito tanti attacchi, quello che mi ha fatto male è che voi dicevate che non volevo vendere. Mi avete dipinto per quello che non sono. Mi ritengo una persona onesta e posso commettere degli errori in buonafede e da questi si impara. Non ho mai fatto riciclaggio, autoriciclaggio e cose di questo tipo. Ho perso 90 milioni del patrimonio della mia famiglia e ho ricavato 10 euro e 90 milioni di soddisfazione».

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Una sorta di testamento. Zamparini ha ceduto il Palermo, che aveva ereditato nel 2002 dalla famiglia Sensi, alla Global Futures Sports and Entertainment. Ieri l’amministratore delegato Clive Richardson ha incontrato per la prima volta la squadra assieme all’ex nazionale inglese David Platt che sarà uno dei responsabili del progetto tecnico.

Zamparini saluta il calcio, un mondo che ha amato ma anche criticato pesantemente per una politica nella quale raramente si è riconosciuto. Soprattutto in serie A. Prese il Venezia in C2 e il suo primo allenatore fu Ferruccio Mazzola, fratello di Sandro. Lavorò per la fusione con il Mestre e dopo aver vinto il campionato di C1 con Zaccheroni, riuscì anche ad arrivare in A con Novellino. In Laguna portò dall’Inter un giovanissimo Recoba, grazie al quale conquistò una storica salvezza. Voleva fare lo stadio, non glielo permisero e se ne andò sbattendo la porta.

Classe 1941, friulano di Sevegliano, nell’estate del ’91 Zamparini fu a un passo dall’acquistare l’Udinese. Era tutto pronto, bisognava solamente firmare le carte dal notaio, solo che quella mattina Gianpaolo Pozzo invece di presentarsi all’appuntamento, prese l’aereo e se ne andò a Barcellona.

A Palermo ha gestito il club per 16 anni. Vinse il campionato di B con una squadra che schierava tre futuri campioni del Mondo (Barzagli, Grosso e Toni), è andato cinque volte in Europa, Guidolin è stato l’allenatore che più ha apprezzato, nella stagione 2015-2016 è riuscito a cambiare otto tecnici con Iachini e Ballardini esonerati entrambi dopo una vittoria. In 31 stagioni tra Venezia e Palermo ne ha cambiati 58, molti più di Pozzo. Focoso, suscettibile, sincero. Un po’ ci mancherà. Magari presto tornerà in pista. L’ha detto lui: mai dire mai ...

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