Vive e lavora a Caporetto la migliore chef del mondo

Ana Roš, “regina” della cucina del ristorante Hiša Franko, è stata eletta numero uno mondiale da “The World’s 50 Best Restaurants”, il premio forse più prestigioso (assieme alle stelle Michelin) nel settore dell’enogastronomia

UDINE. E’ di Caporetto, 50 chilometri scarsi da Udine, la chef donna migliore del mondo. Ana Roš, “regina” della cucina del ristorante Hiša Franko, è stata eletta numero uno mondiale da “The World’s 50 Best Restaurants”, il premio forse più prestigioso (assieme alle stelle Michelin) nel settore dell’enogastronomia. Gli inglesi di “The World’s 50 Best Restaurants” sono gli stessi che, tanto per capirci, hanno indicato l’Osteria Francescana di Modena dello chef Massimo Bottura il migliore ristorante al mondo per il 2016.

Uno splendido riconoscimento per la giovana Ana, che è anche un po’ friulano, visti i tanti clienti della nostra regione che affollano il locale a Caporetto. Perchè l’attuale Kobarid, pochi chilometri oltre il valico di Stupizza, in italiano è Caporetto e un tempo apparteneva alla provincia di Gorizia.

Ecco perché questo riconoscimento è un orgoglio anche un po’ friulano, tanto che Hiša Franko è incluso nelle maggiori guide gastronomiche italiane, in primis “I ristoranti d’Italia” dell’Espresso che nell’ultima edizione ne ha magnificato la prelibatezza dei piatti e nella Best Gourmet dell’Alpe Adria fresca di stampa. Così, in questa regione, unico paese europeo che a distanze facilmente raggiungibili unisce Alpi, Mediterraneo e la pianura Pannonica, Ana Roš mette in cucina il senso stesso della vicinanza, dove i confini sono incontro e non divisione.

La chef premiata è laureata in Scienze diplomatiche e parla cinque lingue, tra cui l’italiano. La carriera diplomatica che si era immaginata (15 anni fa lavorava per l’Unione europea) e anche l’attività di sciatrice per cui si allenava a livello agonostico si interrompono quando incontra suo marito Valter Kramar.

La sua famiglia ha un albergo con locanda nella valle dell’Isonzo e Ana si innamora di lui come di quel luogo magico circondato dai boschi, già meta turistica dalla fine dell’800, dove Ernest Hemingway è stato più volte ospite (e dove si narra scrisse “Addio alle armi”).

Ana ha imparato a cucinare in modo autodidatta, ma supportata da un cultura profonda della sua terra. Quando la si sente parlare ai convegni gastronomici internazionali, quando la si vede ai cookingshow negli eventi da un continente all’altro, si ammira la sua competenza teorica, ma poi è quando ci si siede a tavola che si capisce perché il suo stile di cucina l’ha portata a questo traguardo.

Con prodotti locali e rigorosamente di stagione Ros crea ricette come orzo con finferli, patate e mortadella; ravioli di barbabietola liquida con ricotta fermentata e anguilla affumicatamette; tartare di manzo, panna acida e mousse di acciughe con midollo di bue affumicato; trota, abete rosso, castagne e uova di trota. Insomma boschi, montagne e fiumi come dispensa. (m.ce.)

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto