“Vita cattolica” in crisi il vescovo azzera i vertici

Monsignor Genero guiderà il settimanale e Radio Spazio: via Pensa e Tempo  Boffo, ex direttore di Avvenire, farà da supervisore. In rosso gli ultimi bilanci
È proprio il caso di dirlo: l’Arcidiocesi volta pagina. Lo fa azzerando i vertici del settimanale diocesano
La Vita Cattolica
e di
Radio Spazio 103
, con il benservito dato ai rispettivi direttori, Roberto Pensa e Marco Tempo. La scelta di affidare la guida di entrambe le testate al vicario generale, monsignor Guido Genero, è prova della volontà dell’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato di imprimere un forte segnale di discontinuità rispetto alla gestione del recente passato degli house organ della Chiesa friulana. Genero potrà contare su un tutor di provata esperienza: è Dino Boffo, già direttore di
Avvenire
, a cui Mazzoccato ha affidato un incarico di consulenza per tentare di portare la nave dell’Editrice diocesana fuori dai fondali limacciosi di una crisi che da anni sta aggredendo la stampa in generale e quella cattolica in particolare.


L’avvicendamento


Giubilati Pensa (direttore di
Vita
dal 2010 e fino al 2013 a capo anche della redazione di
Radio Spazio
) e Tempo, l’arcivescovo ha scelto il suo braccio destro per guidare le testate della Chiesa udinese. Una scelta che sta «a significare la delicatezza del momento e l’importanza del processo avviato, che richiede l’apporto sinergico di quanti professionalmente operano nell’unica redazione», recita il comunicato diramato ieri mattina dalla Diocesi. Nella nota si fa riferimento alla «riperimetrazione» dei media cattolici italiani. «Anche nell’Arcidiocesi di Udine si impongono scelte non più procrastinabili, al fine di mettere in sicurezza, sulla base dei nuovi dispositivi di legge, un patrimonio di esperienze che sarebbe esecrabile lasciar evaporare».


Il consulente


«È vero. Da alcuni mesi due volte alla settimana sono a Udine per affiancare i colleghi. È una consulenza amicale, nata per il rapporto di grande amicizia che mi lega all’arcivescovo». La sua presenza non è passata inosservata dalle parti di via Treppo, dove ha sede la redazione di
Vita Cattolica
. E Boffo, per quindici anni direttore del quotidiano della Cei, non ha problemi ad ammettere il suo coinvolgimento nel piano di rilancio del periodico della Chiesa friulana. Entrambi trevigiani (Boffo di Asolo, Mazzocato di San Trovaso di Preganziol), si conoscono da anni. All’ex direttore di
Avvenire
il presule ha chiesto una mano per risollevare le sorti dei due media: Boffo ha studiato, seguito, consigliato e ragionato. «La stampa diocesana ha una grande tradizione in Friuli. L’arcivescovo non intende clericalizzare giornale e radio, punta piuttosto a metterli in sicurezza. Monsignor Genero è un pubblicista di grande prestigio, un uomo di indiscutibile cultura e spessore: è una scelta di indiscutibile rilievo, che sottolinea l’importanza del passaggio», evidenzia il giornalista.


Il commiato del direttore


«Di questi sette anni alla guida della
Vita Cattolica
sono orgoglioso dei tanti interventi per difendere il Friuli dal neocentralismo (le Uti, la soppressione dei piccoli comuni, l’attacco alla specialità) e dall’incontrollato sfruttamento ambientale, per promuovere la cultura e la lingua friulana e delle altre comunità linguistiche, per valorizzare la famiglia come argine a denatalitá e spopolamento, per far emergere la ricchezza sociale, umana e spirituale delle comunità cristiane della diocesi di Udine – il commiato dell’ormai ex direttore, Roberto Pensa –. Ho lavorato con una eccezionale squadra di giornalisti, che ringrazio, insieme all’arcivescovo, con il quale ho sempre operato in sintonia e che mi ha sempre lasciato grande libertà e autonomia. Il rimpianto più grande? Che sei anni fa sia stato bloccato il mio piano per portare il settimanale diocesano nel futuro, integrando carta stampata, radio e web. Forse oggi non saremmo a questo punto».


I conti in rosso


La Vita Cattolica
e
Radio Spazio 103
sono “creature” dell’Editrice La Vita Cattolica, srl che ha come soci l’Arcidiocesi di Udine (89,44 per cento delle quote) e il Seminario arcivescovile (10,56). Una società che ha chiuso gli ultimi due bilanci in perdita: nel 2014 il rosso era stato di 126.313 euro, salito a 151. 114 l’anno successivo. L’assemblea dei soci, approvando il bilancio del 2015, aveva stabilito di coprire integralmente la perdita d’esercizio. In quella seduta erano state formalizzate le dimissioni di tre dei cinque soci e la nomina del nuovo cda, presieduto dall’imprenditore Sergio Tamburlini, subentrato a monsignor Sergio Di Giusto.


L’editrice nel 2015 ha ricavato 566 mila euro da vendite e prestazioni, con 26 mila euro di contributi e una spesa di 379.292 euro per pagare i dipendenti (sette in tutto, secondo le visure camerali) e i collaboratori, con un incremento rispetto al 2014 di 31.427 euro.


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