Villa Russiz, bufera sulla Regione: buco di un milione e un imputato alla guida

UDINE. Una nomina regionale che ha già incendiato l’agone politico. E che ha già fatto riesplodere i duri contrasti su quella che il centrodestra definisce la doppia morale del Pd: quella incline a condannare gli avversari; quella buonista con i propri iscritti o con gli alleati.
A dare fuoco alle polveri un provvedimento di venerdì scorso con cui la Regione ha deciso lo scioglimento del cda della Fondazione Villa Russiz di Capriva e la conseguente nomina a commissario del presidente uscente,
Salvatore Guarneri, che pochi giorni fa è stato rinviato a giudizio: il prossimo 15 gennaio dovrà rispondere di abuso di ufficio e di truffa ai danni dell’Inps per una vicenda legata a “La Quiete” di Udine in qualità di direttore.
Guarneri (cui sarà corrisposto un compenso di 2 mila 800 euro, oneri fiscali e previdenziali inclusi, oltre al rimborso delle spese connesse all’esercizio dell’incarico), resterà in carica fino al 31 luglio del prossimo anno.
Avrà il compito di attivare le azioni «ritenute necessarie al risanamento - come si legge nel decreto regionale 581 del 31 luglio - della situazione economico-finanziaria della Fondazione e al rilancio delle attività al fine di garantire il perseguimento degli scopi statutari».

«Non entro nel merito né della persona, né del rinvio a giudizio essendo io iper-garantista fino all’ultimo grado di giudizio, ma il tema - afferma il capogruppo di Fi, Riccardo Riccardi - è drammaticamente politico e mette a nudo una verità: la doppiezza della presidente Serracchiani che sicuramente ha avallato la nomina». «Evidentemente per il Pd - gli fa eco il capogruppo del M5s, Andrea Ussai - essere rinviati a giudizio fa curriculum». «Scelta coerente con il nuovo corso del Pd», ironizza, invece, il capogruppo leghista alla Camera, Massimiliano Fedriga.
La decisione di sciogliere il cda è stata motivata nel decreto dalla gravissima situazione finanziaria della Fondazione. Una decisione, quella della Regione, che mira al rilancio della struttura e che si affida, dunque, con rinnovata fiducia, all’operato di Guarneri che presiede la Fondazione da alcuni mesi e che evidentemente non è stato ritenuto responsabile degli errori pregressi.
Nel decreto si parla, tra le altre cose, di un contributo regionale di un milione (effettivamente erogati 800 mila euro) destinati a interventi di riqualificazione di alcuni immobili della Fondazione medesima, «oggi non nella disponibilità della stessa in quanto utilizzati per pagamenti inerenti l’ordinaria gestione delle attività».
Insomma, «una pesante situazione economico-finanziaria che risulta aver determinato non solo l’incapacità della Fondazione stessa di fare fronte al rimborso delle molteplici linee di credito, ma anche l’impossibilità di garantire le ordinarie attività di gestione che ha indotto la Fondazione a presentare agli istituti di credito, con capofila Mediocredito Fvg, un business plan con richiesta di finanziamento di 6 milioni di euro, necessario per consolidare le situazioni debitorie».
«Una vicenda scandalosa - tuona Riccardi – che dimostra la doppia morale della Serracchiani. Sta con Renzi e attacca il Pd perché non vota l’arresto di Azzollini. Sta con la Regione e non la difende quando lo Stato taglia i fondi alla Sanità.
Redige i codici etici secondo cui gli assessori rinviati a giudizio devono essere rimossi, ma nomina commissario una persona rinviata a giudizio. Faccia quello che vuole, ma la smetta una volta per tutte di farci la morale». Riccardi chiede poi alla Serracchiani che «affronti una volta per tutte, fornendo risposte precise, la cosiddetta questione del conflitto di interesse legittimo.
"È normale - argomenta - che il direttore generale della più grande azienda pubblica di servizio alla persona come la Quiete, oltre che essere nominato commissario della Fondazione in questione sia anche, e chiedo se questo corrisponda al vero, consigliere delegato della struttura privata ex Sanatorio triestino e che sia presidente, e anche di questo chiedo conferma, del cda di Eutonia, società cooperativa che recentemente ha acquistato 38 posti letto da una certa Casa verde? E chiedo anche di sapere se lo stesso Guarneri sia pure il rappresentante che cura gli interessi privati delle aziende private dell’Aiop». Insomma, Serracchiani «invece di tentare di fare le riforme, come quella della Sanità, sulla pelle delle persone cominci a occuparsi seriamente di queste cose».
Il segretario regionale del Carroccio, Massimiliano Fedriga si affida al sarcasmo: «Mi sembra una scelta in linea con la politica della nostra giunta regionale, vale a dire l’esatto contrario delle scelte pre-elettorali della Serracchiani. Insomma, dopo aver salvato Azzollini al Senato, il Pd in Fvg conferma il nuovo corso.
Se Renzi e la Serracchiani volevano essere il “nuovo”, credo che i militanti del Pd abbiano nostalgia della vecchia guardia. Ma al di là delle battute, avremo modo di approfondire questo nuovo scandalo della sinistra. Così non può andare avanti».
Il M5s si chiede a che cosa sia servito annunciare con tanta enfasi il codice etico se poi i risultati sono questi.
«Nominare commissario un rinviato a giudizio - dichiara Ussai - testimonia che il Partito democratico non è più in grado di risolvere la questione morale. Viene da dubitare che le dichiarazioni della Serracchiani sul caso-Azzollini siano state un escamotage per salvare la faccia del partito che aveva salvato l’alleato di governo. La verità è che la distanza tra quello che il Pd dice e quello che fa è enorme. E i cittadini se ne stanno sicuramente accorgendo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto