J’accuse di Colomba: disastro annunciato

L’ex vicepresidente mondiale di Slow Food: presidente e cda non all’altezza. «Perdite per un milione»

UDINE. Giulio Colomba, ex deputato, ex vice presidente mondiale di Slow Food e ora - come ama definirsi - scrittore del vino, non ha dubbi: «Siamo di fronte alla cronaca di un tonfo annunciato».

A suo tempo, Colomba si era dichiarato non d’accordo sulla nomina di una cda «che non dimostrava di avere professionalità in grado di gestire la primaria fonte economica della Fondazione, vale a dire l’azienda agricola. Mi era stato obiettato che erano richieste altre competenze di tipo assistenziale e che questo giustificava la scelta del presidente e del cda. Ne presi atto...».

Vero è - insiste - «che il nuovo cda fa crollare il mercato dell’azienda con un paio di improvvide iniziative che comportano la liquidazione della rete commerciale esistente, prima chiudendo i rapporti con una società distributiva che aveva delle responsabilità ma che approfittava del fatto di non essere oggetto a controlli del cda e poi di sostituire il direttore commerciale con uno che risulta non avere competenza alcuna nel commercio del vino, ma che era strettamente collegato al presidente». Non solo, ma il cda decide anche, «mi pare fosse ottobre 2014, di eliminare una serie di sconti ai clienti e addirittura di aumentare i prezzi in una fase in cui il mercato del vino manifestava pesanti sofferenze. Il risultato è che dalle 220 mila bottiglie vendute nel 2013 si è passati a un numero che è stato tenuto riservato per cui a a oggi non esiste neppure il bilancio al 31 dicembre 2014».

Colomba assicura che la perdita a bilancio nel 2014 dovrebbe essere superiore al milione e che il rischio «è di reiterare la perdita se non addirittura di aumentarla. Ideologicamente - insiste - ho sempre sostenuto che Villa Russiz rappresentava l’eccezione nel campo delle aziende pubbliche perché riusciva a esprimere qualità e salute finanziaria. Mi si dice che la crisi attuale ha radici precedenti a questa gestione. Può essere. Ma l’attuale gestione, ora commissariata, ha dato luogo a risultati davvero preoccupanti. (d.pe.)

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