Quell’intreccio virtuoso tra viticoltura e centro per minori che trae origine nel secolo scorso
UDINE. Emerge ancora nell’Ottocento la vocazione vitivinicola dell’area di Villa Russiz. Era il 15 febbraio 1868 quando, con le nozze tra Elvine Ritter von Zahony e Theodor de La Tour, nasce di fatto Villa Russiz. Dote di Elvine, Villa Russiz si rivela essere una zona vocata soprattutto alla coltivazione della vite e alla produzione di vini di grande qualità.
Fu proprio Theodor a intuire le potenzialità del luogo, che grazie al particolare terreno e allo straordinario microclima del Collio caprivese, punto d’incontro dei venti freddi che scendono dalle Alpi Giulie e delle miti brezze marine che salgono dal vicino mar Adriatico, favoriva la produzione vitivinicola.
Già nel 1877 Villa Russiz poteva contare su un assetto che sarebbe poi arrivato pressoché immutato fino ai giorni nostri: all’azienda agricola, con cantina e scuderie, si affiancava la villa-castello con il parco, il collegio, la chiesa e la filanda. I proventi della vendita del vino sostenevano l’opera benefica di Elvine che, una volta morto il marito, condusse l’azienda insieme al nipote Rudolf von Gall fino allo scoppio della Grande Guerra.
Elvine si dedicò completamente alle orfane e alle bambine abbandonate al punto che alla sua morte tutto il suo patrimonio finì a una Fondazione per minori.
Dopo la nascita della Regione Fvg, lo Stato passò la proprietà alla Regione medesima. Oggi la Fondazione è un Centro educativo per minori. È stato riaperto nel 2012. E trae il suo principale ostentamento dalla produzione di vino (220 mila bottiglie nel 2013), oltre che da contributi regionali. Ma il tonfo era alle porte. (chr.s.)
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