Vigneto Friuli, due medaglie di platino: Decanter incorona Colli di Poianis e Scubla
Successo per Schioppettino di Prepotto e uvaggio bianco Pomedes Marinig: è la prima volta che un rosso autoctono friulano arriva così in alto

UDINE. Uno Schioppettino di Prepotto, dell’azienda Colli di Poianis, e un uvaggio bianco della Rocca Bernarda, il Pomedes di Roberto Scubla, scrivono una nuova, prestigiosa, pagina per la viticoltura friulana.
La rivista inglese Decanter, tra le più autorevoli nel mondo per il settore del vino, ha assegnato a entrambe le bottiglie la medaglia di platino 2023, cosa più unica che rara, visto che il massimo riconoscimento è stato conferito ad appena un centinaio di vini provenienti da tutto il mondo.
Un successo straordinario per il territorio che fa seguito al bottino raccolto nel 2022, con tre medaglie di platino al Migale di Pitticco, al Zitelle Barchetta di Meroi e al Stare Brajde di Muzic. Il vigneto Friuli, in questo 2023 di Decanter, è riuscito a piazzare in classifica moltissime sue etichette, ottenendo anche 6 medaglie d’oro, 70 d’argento e 101 di bronzo.
Lo Schioppettino di Prepotto
Ad aggiudicarsi il premio più ambito di Decanter, con 97 punti, è stata l’annata 2018 di Colli di Poianis che si è imposta in quella che è considerata la più grande e influente competizione enologica mondiale, la Decanter wine awards, giunta all’edizione numero 20.
Si tratta di un risultato storico, in primis per la denominazione: mai prima d’ora uno Schioppettino di Prepotto aveva conseguito tale traguardo.
Inoltre si attesta come uno dei sei friulani ad aver mai raggiunto i vertici della classifica, tra i quali solo due vini rossi. Grande, naturalmente, la soddisfazione dei titolari dell’azienda, le famiglie Marinig e Cescutti.
«Lo Schioppettino di Prepotto rappresenta la nostra essenza, le radici, la storia, il terroir – spiega Gabriele Marinig, referente dell’azienda agricola –. È un vero e proprio cru che a metà del ’900 rischiava l’estinzione ma fu salvato, insieme ad altri vitigni friulani, grazie al lavoro degli agricoltori locali, incluso mio padre Paolino Marinig, che nel 1982 vinse il premio Nonino Risit d’Aur per il suo contributo.
Oggi questo risultato è un riconoscimento a tutto il territorio, lo fa crescere, lo fa emergere in uno scenario internazionale».
Dei 132 ettari totali di Schioppettino in Friuli 40 si trovano nel comune di Prepotto e solo nel cru il vitigno a bacca rossa più prestigioso del Friuli rivela la migliore versione di sé. Schioppettino di Prepotto rappresenta il vertice qualitativo e identitario della produzione aziendale, viene prodotto in circa 2.500 bottiglie tutte indirizzate al canale Horeca (hotel, enoteche e ristoranti) e molte prendono la strada dell’estero, dagli Usa al Canada fino alla Danimarca.
A caratterizzare maggiormente il terroir, e quindi i vini che ne nascono, sono la ponca, un’alternanza di strati duri di arenaria e strati più morbidi di marna per un’ottima regolazione idrica, e il microclima delle colline di Prepotto, percorse da venti asciutti e freschi che danno vita a escursioni termiche determinanti per lo sviluppo aromatico delle uve.
Il rosso autoctono ha superato con successo le due fasi di selezione dei Decanter Wwa.
La prima ha registrato nel 2023 il record di esemplari in degustazione: 18.250 etichette valutate da assaggiatori esperti in produzioni regionali che hanno assegnato un giudizio iniziale, dal non classificato alle tre medaglie, bronzo, argento e oro.
La seconda fase si è concentrata solo sulle medaglie d’oro, vale a dire i vini ai quali era stato assegnato il punteggio di 95.
Dopo la conferma della valutazione da parte dei co-presidenti, i vini sono stati riassaggiati. Coloro che hanno dimostrato una personalità senza eguali e una qualità eccellente sono stati infine premiati con il metallo più prezioso.
L’uvaggio bianco di Scubla
A condividere il massimo riconoscimento con il rosso dei Colli di Poianis è il Pomedes, un uvaggio bianco di Roberto Scubla (Rocca Bernarda) che nel recente passato aveva già ottenuto grandi apprezzamenti dalle più importanti guide del settore.
Il Pomedes, (nome in onore dell’omonimo rifugio sulle Tofane, visto che il produttore è anche un grande appassionato di sci e di montagna), è un mix di Pinot bianco (60%), Tocai friulano (30%) e Riesling renano (10%).
E’ nato nel 1995, frutto di una geniale intuizione di Scubla e dell’amico e consulente Gianni Menotti. Ogni anno, dalla cantina in cima alla Rocca Bernarda, ne escono circa 3.500 bottiglie, l’annata 2020, quella premiata, è ormai sold out.
«Per noi è davvero una grande soddisfazione - racconta Roberto Scubla - , le aziende che hanno ottenuto la medaglia di platino sono così poche in tutto il mondo e i concorrenti erano così tanti, che siamo proprio contenti.
Il Pomedes è l’unico mio vino che lavoro in legno, fa un passaggio complessivo di 8 mesi nelle barrique e un anno in acciaio». Curiosa la storia del vignaiolo che, studi in biologia, ha poi fatto il bancario e solo nel 1991 ha cambiato vita.
«Era la mia vocazione - racconta - e così ho scelto di fare il vino. Oggi abbiamo 10 ettari vitati di proprietà e 2 in gestione». E visti i risultati, mai scelta fu più azzeccata.
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