Filippo Plett, 20 anni e sei lingue: apre il Feel’s a Gorizia per svegliare la città
Giovanissimo imprenditore con una solida tradizione familiare nella ristorazione, Filippo trasforma lo storico Majda in un moderno lounge bar con enoteca e ristorante: «Gorizia ha potenzialità enormi, voglio contribuire al suo rilancio».

Ha solo vent’anni. Conosce sei lingue. E, nonostante la giovanissima età, ha le idee molto chiare sul suo futuro e sulla sua attività.
Si chiama Filippo Plett e ha aperto, in via Duca d’Aosta, il locale Feel’s Drink&more, al posto dello storico ristorante Majda. Terminate le superiori all’Itas D’Annunzio, sta per iscriversi alla facoltà di Enologia ma ha deciso ugualmente di portare avanti la tradizione familiare nella ristorazione, mettendoci entusiasmo, voglia di fare, serietà. «Faccio parte - spiega - di una famiglia di ristoratori da due generazioni in sella al ristorante Majda e, da tre, “Al Ponte” di Gradisca d’Isonzo. Per osmosi ho assunto questa vocazione».
Filippo “nasce” come cameriere. «Poi, un bel giorno, mi sono iscritto a un corso per bartender. Ho lavorato al Grey di Manzano, alla Dama Bianca di Duino e nel ristorante Al Ponte a Gradisca. Ad un certo punto, è arrivata l’occasione di rilevare l’attività a Gorizia e ho cercato subito di darle un tocco di freschezza. Come definirei questo locale? È un lounge bar con enoteca e ristorante. Vengono proposte serate a tema, eventi con musica e dj. Fortunatamente, i vicini hanno risposto bene. Non ci sono stati problemi con rumori molesti o eventuali schiamazzi».
Il ventenne ha voluto dare questo “taglio” al Feel’s «per i giovani e per la città. Ci tengo a Gorizia, sono orgoglioso sia diventata Capitale europea della cultura e, a mio parere, ha delle grandissime potenzialità ancora da sfruttare. Il capoluogo deve essere un po’... svegliato. E io, con grande umiltà, sto cercando di dare il mio contributo». Peraltro, a Gorizia si sta registrando una certa vivacità in questo comparto. «Stanno aprendo nuove attività e vedrei bene anche una collaborazione più stretta fra tutti gli esercenti perché l’obiettivo di far crescere la città deve essere comune». L’esercente è perfettamente consapevole del contesto in cui lavora. «Sempre più ragazzi se ne vanno e noi dobbiamo cercare di creare, qui, occasioni di lavoro. Per quanto mi riguarda, la clientela è mista. Nella scelta dei prodotti ci metto studio e applicazione».
Il locale esiste dal 1967, nei tempi andati ospitava la Posta e, dove oggi c’è l’enoteca, c’era la stalla con i cavalli.
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