Trent’anni fa chiudeva la Zucchi: gli alpini del Cividale si ritrovano
Due giorni di iniziative fra Chiusaforte e la Val Resia per accogliere il rimpatrio degli ex commilitoni

Nelle fredde giornate d’inverno, quando la vallata si ricopriva di neve, le reclute schierate di primo mattino sul piazzale della caserma si ergevano rigide e mute sull’attenti per la cerimonia dell’alzabandiera. La colonnina di mercurio del termometro scendeva abbondantemente sotto lo zero e loro, dopo un breve periodo di addestramento affrontato non sempre con entusiasmo, trascorrevano mesi della loro giovinezza fra marce, esercitazioni e lavori accanto ai fidati muli in una zona che la cortina di ferro, tanto invisibile quanto reale, aveva reso militarmente strategica. Pensavano alle “morose” lontane, scrivevano alle famiglie e cementavano rapporti di fratellanza che avrebbero sfidato il tempo.
Nei suoi anni di attività, la caserma Zucchi di Chiusaforte vide passare qualcosa come 30 mila soldati. Alpini del Battaglione Cividale, sciolto nel 1942, per essere poi ricostituito nel 1948.

In una grigia giornata d’autunno, era il 15 novembre 1995, a seguito di un provvedimento di riordino delle Forze armate, il Battaglione alpini “Cividale” fu soppresso. La sua pluridecorata Bandiera di Guerra venne scortata a Roma e affidata alla custodia del Museo delle bandiere del Vittoriano.
A trent’anni dalla chiusura di quello che fu per tanti un luogo di crescita e di profondo cambiamento, l’associazione Fuarce Cividât - con il sostegno delle municipalità di Chiusaforte e Resia – li ha richiamati per una “due giorni” che intende unire all’amarcord la riflessione.
«L’Associazione che rappresento – annuncia il presidente dell’associazione, generale Gianfranco Beraldo –, ha ritenuto doveroso sottolineare il trentesimo anniversario dello scioglimento del Battaglione e garantire il giusto riconoscimento a quanti, negli 86 anni di vita del Reparto, hanno operato con abnegazione e grande senso del dovere sia in tempo di pace, sia nei contesti bellici che hanno coinvolto il Battaglione, e rivivere insieme quei momenti di aggregazione alpina e di spirito di corpo che si respira nei nostri abituali incontri».
Molti di quegli ex ragazzi, che venivano da Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, a volte si ritrovano a Chiusaforte per una rimpatriata, per un “Come eravamo e come siamo” frase dalla quale prende il titolo una mostra statica di mezzi e materiali che sarà allestita alla Zucchi. Il ritrovo sabato per “Una giornata a Scluse”. Ci sarà spazio per le cerimonie ufficiali, l’inaugurazione della mostra, l’ammassamento, il rancio, la sfilata verso la stazione ferroviaria da dove partivano i treni che riportavano i ragazzi a casa per la licenza. Domenica ci si sposterà in Val Resia con la marcia verso Quota 388 - Sella Sagata, il percorso che la compagnia del Cividale affrontava settimanalmente per l’addestramento di specialità. Lo stesso giorno il Gruppo Alpini Resia-Val Resia, organizza a Stavoli Segata il 95° anniversario di fondazione.
«Quando, nel 1995, la caserma Zucchi fu chiusa – riflette il sindaco di Chiusaforte Fabrizio Fuccaro – fu un dispiacere non solo tra chi era in servizio o lo era stato, ma anche per la comunità che per più di un trentennio aveva visto la presenza degli alpini, discreta e disponibile. Verso la fine degli anni ’90, lo Stato cedette a titolo gratuito il compendio con 70 mila metri quadrati di fabbricati. Da allora è stato avviato un percorso di riconversione e valorizzazione del complesso, che oggi ospita le raccolte museali sulla Grande guerra, la Guerra fredda e la storia Battaglione Cividale. È in corso il recupero di un piano per un museo dell’Aeronautica dedicato agli eventi della Seconda guerra mondiale».
E poi l’area delle ex officine ceduta ai privati per attività artigianali e il capannone costruito dal Comune per ospitare gli automezzi accanto al quale ha sede una cooperativa che impegna una sessantina di addetti. E ancora, un’azienda agricola e la centrale a biomasse che sarà potenziata. —
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