Vicino/Lontano, Pacini lascia l'incarico

UDINE. Che qualcosa quest’anno si fosse incrinato lo si era capito da subito. Ma, nonostante i mormorii iniziali e gli scivoloni di percorso, anche la decima edizione di vicino/lontano è riuscita a traghettarsi con successo, visto che sono stati oltre trentamila gli spettatori a seguire la nuova formula dei dieci giorni di programmazione.
Ma, c’è un ma. Se a distanza di appena cinque giorni dalla calata del sipario del festival vengono annunciate le dimissioni del suo ideatore, qualche dubbio sulla solidità del carrozzone è lecito porselo. «Dopo 10 anni è normale che uno si senta stanco, nonostante questo evento sia un’idea mia!». Marco Pacini, direttore del progetto e membro del consiglio direttivo, è stato infatti la persona che nell’ottobre del 2004 ha srotolato i pensieri che gli frullavano per la testa mettendoli nero su bianco insieme a Paolo Cerruti, e dando vita alla prima bozza di vicino/lontano.

Ma,lanciando un laconico messaggio sui social network, lo stesso giornalista udinese ha annunciato che non farà più parte della –ormai- grande famiglia v/l. «Mi sono dimesso dal direttivo e dalla direzione del Progetto @vicinolontano. Grazie al pubblico che ne ha decretato il successo per 10 anni».
Questo il post su Facebook, cui hanno fatto immediatamente seguito molte richieste di spiegazioni. Lui ce le ha fornite direttamente, gettando subito acqua su un possibile “incendio” mediatico. «Nessuna crisi, nessuna bega –ha commentato Pacini- solo che organizzare eventi di questa portata è faticoso e, nonostante io lo abbia visto nascere, questo progetto sa camminare benissimo anche senza di me!». Il futuro di vicino/lontano non è dunque in bilico, ma qualcosa cambierà ed è già cominciata a cambiare.
Impossibile infatti non pensare alla cattiva stella che ha accompagnato l’edizione numero dieci fin dalle sue prime giornate. Il “caso Cerno” è rimbalzato fuori e dentro le stanze di via Crispi, dove l’associazione ha la sede, e si è presentato come il primo segnale premonitore di un possibile scossone in arrivo. Dimenticato per il decennale, poi chiamato all’ultimo pur senza “gettone presenza”, poi trattato da ospite qualunque nonostante lui questa rassegna l’abbia praticamente vista nascere, il giornalista udinese ha dato forfait.
Un forfait col botto che Cerno ha annunciato dichiarando che quella di «v/l è una struttura che scricchiola» e aggiungendo di «non essere l’unico a notare buchi neri nell’impalcatura della manifestazione, che nel tempo ha subìto mutazioni ed è diversa da quel che era», puntando il dito contro l’incapacità dell’organizzazione a gestire i soldi a disposizione.
«La storia di Tommaso -ha però precisato subito Pacini- non c’entra proprio nulla con la mia scelta, che era stata già presa prima dell’inizio di questa edizione. Lo ripeto, è una questione personale: dopo dieci intensi e meravigliosi anni, in cui ci sono stati degli alti e dei bassi e durante i quali ho conosciuto davvero persone meravigliose che vorrei poter ringraziare tutte, penso sia giusto lasciare».
L’ombra della crisi però non si smuove. Il festival si è allungato, nonostante i meno soldi. Gli ospiti si sono molto “friulanizzati” (scelta o convenienza?) e si sono provate nuove strade. Una di queste proprio l’ultima eredità di Pacini, ovvero la sezione v/ldigital da lui ideata e affidata a Fabio Chiusi, new entry del comitato scientifico del festival. «Nessuno all’inizio di questi dieci anni pensava che vicino/lontano sarebbe riuscito ad arrivare così lontano», ha concluso Pacini. Ma ora, quanta e quale strada gli aspetta ancora?
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