Viaggio a Redipuglia, alla scoperta del sacrario dei Centomila

I nemici di cento anni fa accanto (o quasi), in due cimiteri distinti ma non distanti. Il comune di Fogliano-Redipuglia li ha messi insieme: centomila italiani e 14.550 austro-ungarici, divisi da qualche centinaio di metri, uniti da un destino comune: quello della morte
I due cimiteri militari raccontano storie di uomini qualunque, provenienti da tutta la Penisola, per combattere, per difendere i confini. Con loro anche 60 mila soldati senza nome.
Il Sacrario di Redipuglia è il più grande dedicato ai caduti della Grande Guerra. Realizzato sulle pendici del Monte Sei Busi su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, fu inaugurato il 18 settembre 1938 dopo dieci anni di lavori. Quest'opera, detta anche Sacrario "dei Centomila", custodisce i resti di 100.187 soldati caduti nelle zone circostanti, in parte già sepolti inizialmente sull'antistante Colle di Sant'Elia.
Il sacrario fu fortemente voluto dal regime fascista, che qui voleva celebrare il sacrificio dei caduti nonché dare una degna sepoltura a coloro che non avevano trovato spazio nel cimitero degli Invitti.
La struttura è composta da tre livelli e rappresenta simbolicamente l'esercito che scende dal cielo, alla guida del proprio comandante, per percorrere la Via Eroica. In cima, tre croci richiamano l'immagine del Monte Golgota e la crocifissione di Cristo.
Subito dopo la strada che divide il sacrario dal Colle Sant'Elia c'è la catena del cacciatorpediniere "Grado", una nave austro-ungarica divenuta italiana dopo la fine della guerra. Camminando verso le tombe si percorre la "Via Eroica", ovvero una strada lastricata in pietra delimitata da 38 targhe in bronzo che indicano i nomi delle località carsiche contese durante la Grande Guerra.
Terminato questo suggestivo percorso, si arriva alle maestose tombe dei generali, tra le quali spicca quella del comandante della Terza Armata, Emanuele Filiberto Duca d'Aosta che aveva espresso il desiderio di essere sepolto a Redipuglia (subito dopo la morte trovò sepoltura con altri soldati nel Colle di fronte al sacrario, all'epoca non ancora realizzato). Il sepolcro è formato da un blocco di marmo rosso della Val Camonica dal peso di 75 tonnellate. Al suo fianco si trovano invece le tombe in granito di cinque generali: Antonio Chinotto, Tommaso Monti, Giovanni Prelli, Giuseppe Paolini e Fulvio Riccieri.
Alle spalle si elevano i 22 gradoni (alti 2,5 metri e larghi 12) che, in ordine alfabetico, custodiscono le spoglie dei 39.857 soldati identificati. In cima, invece, sono sepolti i 60mila militi ignoti. Tutti i loculi sono sormontati dalla scritta "Presente". Mentre sul ventiduesimo si trovano anche i resti di 72 marinai e 56 uomini della Guardia di Finanza.

Al centro del primo gradone si trova l'unica donna sepolta qui, una crocerossina di nome Margherita Kaiser Parodi Orlando, Nel maggio 1917, si trovò sotto bombardamento nell'ospedale mobile n. 2 di Pieris. Finita la guerra continuò il suo lavoro a Trieste dove morì di febbre spagnola.
Margherita fu decorata al valor militare con la medaglia di bronzo il 19 maggio 1917, con questa motivazione: "Per essere rimasta al suo posto mentre il nemico bombardava la zona dove era situato l'ospedale cui era addetta".
Le stanze dei cimeli
Nella parte posteriore dell'ultimo gradone sono state allestite due salette museali: all'interno si trovano le fotografie del primo Sacrario di Redipuglia, i documenti, i reperti bellici ed i dipinti di Ciotti che adornavano la prima Tomba del Duca D'Aosta, posta originariamente nella cappelletta in cima al Colle Sant'Elia. Sul pianoro, a Quota 89, si trova l'Osservatorio e un plastico del territorio che evidenzia la linea di confine all'alba del 24 ottobre 1917, il giorno della Dodicesima Battaglia dell'Isonzo, meglio ricordata come la battaglia di Caporetto.
Il corpo più imponente del Sacrario è costituito essenzialmente da una monumentale scalinata composta da 22 gradoni, contenenti le salme dei caduti noti disposte in ordine alfabetico in loculi rivestiti da lastre di bronzo. Ogni gradone è coronato da una architrave con le scritte in rilievo Presente. Alla sommità sono state realizzati due grandi tombe comuni per le 60.000 salme dei Caduti ignoti. Qui si trova la Cappella Votiva dove sono state collocate due campane, oltre a tre grandi Croci che svettano sulla sommità del complesso monumentale.
Alle spalle del 22° gradone, disposte simmetricamente, si trovano due sale museo, una dedicata alle Medaglie d’Oro (al suo interno sono esposte le opere del pittore Giuseppe Ciotti e i ricordi dedicati ai decorati Medaglia d’Oro) e l’altra ai ricordi personali dei caduti (vi sono conservati effetti personali e piccoli cimeli). Nello spiazzo a monte del Sacrario è stato realizzato un Osservatorio in pietra a forma di torrione circolare.
La trincea blindata
Alle spalle del piazzale è possibile visitare la 'trincea blindata', vestigia della Grande Guerra. Essa fu costruita e, come si legge sulla lapide posta all'ingresso, presidiata dai gloriosi Fanti della Brigata "Siena" (31° e 32° Reggimento Fanteria) e successivamente dalla Brigata "Savona" (15° e 16° Reggimento Fanteria) e dalla Brigata 'Cagliari' (63° e 64° Reggimento Fanteria) durante le azioni del giugno-luglio 1915 (1^ e 2^ battaglia dell'Isonzo).
Il Colle Sant'Elia
Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo cimitero di guerra della 3ª armata sul colle Sant'Elia che oggi è una sorta di museo all'aperto noto come parco della Rimembranza. Lungo il viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario.
Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei caduti di tutte le guerre, "senza distinzione di tempi e di fortune", come riporta un'epigrafe.
Originariamente il Colle ospitava il vecchio Cimitero degli Invitti che costituì il primo Sacrario Militare di Redipuglia. Le tombe dei caduti, disposte a gironi concentrici, erano alternate a cimeli di guerra che andavano a identificare le specialità e i reparti che vi combatterono.
Il nuovo Sacrario rivide la destinazione-riqualificazione del Colle Sant'Elia che da Sacrario divenne un grande parco ricco di opere commemorative, oltre che di piccole e grandi fortificazioni (trincee e gallerie), vestigia delle passate vicende belliche.
Il Colle ospita: 35 cippi commemorativi sui quali hanno trovato sistemazione una piccola lapide in pietra che riporta una frase alla memoria (titolo del cippo), e dei cimeli di guerra riferiti ai militari e ai reparti che combatterono in quei luoghi; la Galleria costruita dagli austro-ungarici e completata nella primavera 1915 dagli italiani durante l’occupazione del colle, utilizzata nel 1943-45 dai germanici per difesa contraereae e oltre 30 pezzi di artiglieria dell’epoca, molti dei quali rari.
Il cimitero austro-ungarico
A poche centinaia di metri dal Sacrario si trova il cimitero austro-ungarico di Fogliano Redipuglia, dove hanno trovato sepoltura 14.550 salme di soldati caduti in questa zona.
All'esterno due epigrafi, una in italiano e l'altra in tedesco, ricordano come questo sito sia stato recuperato dal governo provinciale della Stiria e dai volontari dei Giovani Pompieri stiriani nel 1974, per essere poi riordinato nel 1989 dall'Associazione Croce Nera Austriaca. Sul portale d'entrata è ben visibile la scritta "Im Leben und im Tode vereint", ovvero "Uniti nella vita e nella morte".
All'interno il lungo viale delimitato dai cipressi conduce alla grande tomba dove sono stati tumulati 7.000 soldati ignoti. Sopra questa tomba una targa, sempre bilingue, rende omaggio ai soldati morti per la loro patria. Il resto del camposanto è caratterizzato dalle tombe dei 2.550 soldati identificati, ricordati da dei piccoli cippi in calcestruzzo. Ripercorrendo il viale verso l'uscita, accanto alla muratura di cinta, sono presenti altre due tombe comuni in cui sono sepolti altri 5.000 soldati ignoti.
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