Viaggi in Ungheria per comprare le bestiole

Acquistate in un canile e introdotte in regione. Già seicento sequestri in poco tempo

Il Corpo forestale regionale lo teneva d’occhio da tempo. Due anni fa si era macchiato dello stesso reato ed era stato indagato per traffico d’importazione e commercio illecito di animali pregiati.

In un primo tempo si era diffusa la notizia che si trattasse della stessa persona che, non più tardi di una quindicina di giorni fa, era entrato in Italia al volante di un mezzo sul quale si trovavano, ammassati l’uno sull’altro, 340 cuccioli di razza e cinque gatti persiani. In realtà l’uomo, di origini napoletane, ha lo stesso nome e cognome di chi lo ha preceduto.

«Questo genere di reato - spiega Claudia Comelli del Corpo forestale - non prevede il carcere. Per cui questi signori non fanno una piega. Dopo la denuncia tornano, se così si può dire, sui loro passi». E così riprendono i viaggi in Ungheria per acquistare i cuccioli. Il più delle volte gli autori di questo spregevole traffico si appoggiano a un canile, da cui ricevono la documentazione che servirà al momento della vendita. Tornano in Italia e offrono le bestiole al miglior offerente.

Ma a loro degli animali interessa ben poco. Devono restare in vita, quello sì. Ma in condizioni drammatiche. Sono stipati in box a stretto contatto gli uni con gli altri. Di cibo e acqua ne vedono pochissimo, anzi il più delle volte affrontano migliaia di chilometri senza la benchè minima cura.

«Quando li troviamo - continua la Comelli - sono sofferenti. Si vede lontano un miglio che sono stati maltrattati. E, per ironia della sorte, possono anche definirsi fortunati. Non di rado succede che qualche bestiola perda la vita. Senza mangiare e senza poter bere un goccio d’acqua, in condizioni disumane, chi è più debole non ce la fa. E non è una cosa eccezionale, dal momento che, in un tempo relativamente breve, il Corpo ha effettuato un numero di operazioni in cui sono stati sequestrati 600 animali».

Quando vengono trovati e portati via dai loro aguzzini, i cuccioli sequestrati in provincia di Gorizia, ma anche nella Bassa friulana o in altre località, sono trasferiti al Centro che si occupa dei cani, a San Canzian, nell’Isontino. Il responsabile è Damiano Baradel: «Custodiamo le bestiole in una vecchia stalla ristrutturata. Oggi è una casa colonica: gli animali hanno stanze riscaldate». Poi comincia la corsa all’adozione. «Chi è interessato, viene da noi, presenta una domanda e viene sottoposto a un colloquio. Vogliamo vedere in faccia chi un domani si occuperà delle bestiole. Poi starà a noi decidere se affidarle o meno. In tutto passano dieci giorni. Anche se ci sono stati casi in cui i cuccioli sono rimasti nel Centro per un mese».

Ma tutti finiscono, prima o poi, per avere una famiglia.

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