Via dal Friuli Venezia Giulia duemila migranti. Legacoop: è una deportazione

Il prefetto di Trieste: trasferimenti per accogliere chi arriva dalla rotta balcanica. Bettoli: persone trattate come sacchi di patate; è un’operazione illegale
Udine 28 Marzo 2017 sommossa alla cavarzerani Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo
Udine 28 Marzo 2017 sommossa alla cavarzerani Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo

«Con solamente un minimo preavviso, almeno una parte degli enti gestori regionali dei servizi di accoglienza dei migranti sono stati informati dalle rispettive Prefetture della direttiva giunta dal Ministero dell’Interno, volta a trasferire nei prossimi giorni dal Friuli Venezia Giulia in altre regioni 2000 migranti. Più tardi, in data imprecisata, dovrebbe esserci inoltre un ulteriore trasferimento». A dirlo è Gianluigi Bettoli, presidente di Legacoop sociali, secondo il quale i 2 mila migranti «corrispondono alla grande maggioranza delle persone accolte nella nostra regione».

Notizia confermata dal prefetto di Trieste, Valerio Valenti, che parla di «piano di graduale redistribuzione territoriale» di centinaia di richiedenti asilo verso altre regioni d'Italia, con l'obiettivo di «alleggerire le strutture d’accoglienza presenti sul territorio» anche a fronte del flusso «abbastanza costante» proveniente dalla Slovenia attraverso la “rotta balcanica”. Un'azione cominciata a seguito di una circolare inviata dal Viminale, dopo la visita a Trieste del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e che riguarderà «fino a 2000» persone. «Mentre nelle altre regioni - spiega Valenti - per il diminuire degli sbarchi le presenze sono sensibilmente scese, in Fvg rimangono costanti al massimo possibile della capienza attuale delle strutture: siamo a 3.800 migranti».

«I dati da noi verificati, che riguardano qualche centinaio di persone sul totale - riferisce Bettoli, specificando che la Prefettura di Udine ha parlato di 300, di cui 250 dalla Cavarzerani e 50 dall’accoglienza diffusa, ai quali si sommano i 50 annunciati a Pordenone -, ci fanno intuire che il progetto ministeriale ha finalità ben diverse da quelle dichiarate (cioè la pretesa ricollocazione di persone in piccole strutture… che però non sarebbero appartamenti). Secondo Bettoli il “decreto Salvini” servirebbe solo per creare un mercato di grandi strutture» sulle cui modalità di gestione è lecito avere dubbi.

«I migranti, a partire da domani, saranno trasferiti, ivi compresi i nuclei familiari, senza alcun rispetto per i progetti in atto e per la dignità delle persone. Perché di persone si tratta e non - rincara Bettoli - di “sacchi di patate”, con tutte le problematiche relative». Tra questi ci sarebbero anche soggetti seguiti dai Centri di salute mentale, sotto trattamento farmacologico, a causa degli eventi traumatici gravissimi subiti durante la fuga dai Paesi di origine, e per i quali il nuovo trasferimento rappresenta un’ulteriore violenza. Per Bettoli quella in atto è una «vera e propria deportazione», peraltro «illegale e in violazione dei più elementari diritti umani». Un’operazione che Bettoli collega «alla richiesta del presidente del Fvg Fedriga di costruire una muraglia al confine della nostra regione, come il censimento delle persone nomadi; gli sgomberi di abitazioni occupate da persone senza casa; il mantenimento di migliaia di lavoratori migranti in condizioni di vita e di lavoro inumane; la guerra alle Ong che, sole, con le loro piccole navi cercano di salvare i migranti nel Mediterraneo. Tutto ciò, a carico di persone fragili, sia cittadine italiane che di altri paesi del pianeta».—
 

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