Varisco: la riforma capovolge i valori del post-terremoto

GEMONA. Il giudizio è tranchant. «La riforma sanitaria capovolge i valori della democrazia attuati dopo il terremoto. Azzera il principio di decentramento che fu l’anima della ricostruzione e...

GEMONA. Il giudizio è tranchant. «La riforma sanitaria capovolge i valori della democrazia attuati dopo il terremoto. Azzera il principio di decentramento che fu l’anima della ricostruzione e consentì tra l’altro di rimettere in piedi l’ospedale di Gemona». A dirlo è l’ex assessore alla ricostruzione del Friuli terremotato, Salvatore Varisco, uno che di politica in vita sua ne ha masticata parecchia, ma che da qualche anno se ne tiene volutamente alla larga. A meno che non si parli di questioni concrete, questioni che gli sono care come il destino del San Michele. Perché si tratta dell’ospedale della sua città, perché fu una delle opere per cui Varisco si batté durante la sua (lunga e determinante) presenza in Regione e ancora perché è da sempre convinto che la struttura sia strategica. Dall’alto degli 80 anni che ha superato da un po’ si può permettere – con grande lucidità – un’analisi puntuale. «Ho vissuto dal 1964 in poi la storia dell’ospedale – ha attaccato – . Per ben tre volte le giunte regionali guidate da Berzanti e Comelli hanno voluto sostenere e dotare di risorse il territorio del Gemonese affinché l’ospedale venisse ricostruito. Non a caso. Il territorio è il centro nevralgico del Friuli. Non solo a nord. Dava un servizio alle popolazioni locali e svolgeva un ruolo di filtro determinante per l’ospedale di Udine». «Quello che mi angoscia di più – ha aggiunto – è che oggi venga così ignorata la realtà del Gemonese, pur essendo stata la più sconvolta dal terremoto. Abbiamo patito tante perdite, subito un ribaltamento della vita sociale e oggi veniamo ripagati con la privazione di servizi essenziali». Le critiche di Varisco non riguardano però la sola giunta Serracchiani: «Un tempo, penso a Comelli, i problemi venivano ascoltati e risolti. Oggi non è più cosi. E anche Tondo, a suo tempo, ha esagerato nel portare l’epicentro degli interessi verso l’alto». Da buon politico d’antan, alla critica Varisco ieri ha fatto seguire la proposta. La mano tesa. «Se la giunta è convinta che la riforma porti risultati, abbia il coraggio di rallentare di fronte alle tante perplessità e paure espresse dalla popolazione. Avvii i cambiamenti previsti dalla legge in via sperimentale, diciamo per un biennio, senza però smantellare il sistema preesistente, e verifichi il raggiungimento dei risultati alla luce dei quali potrà con maggiore sicurezza attuare la sua stagione riformatrice». (m.d.c.)

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