Vandali in chiesa a Gradisca Candele sulle immagini sacre

Imbrattati con la cera i muri, la bacheca e il prezioso dipinto del 1706 sull’altare Don Dudine presenta denuncia ai carabinieri. Visionate le telecamere interne
Luigi Murciano

GRADISCA

Blitz vandalico ai danni della cappella di San Giovanni Battista di via Bergamas, nel cuore del centro storico di Gradisca. Anonimi hanno fatto irruzione nella chiesetta scagliando sul pavimento e contro l’altare alcuni ceri, per poi – non contenti – imbrattare con la cera di candele e lumini anche i muri interni e la bacheca in legno presente all’ingresso.

Non è stata risparmiata la pala del piccolo altare, opera del pittore lombardo Giulio Quaglio, risalente al 1706 e restaurata nel settembre del 2005: alcuni schizzi di cera hanno infatti attinto anche il prezioso dipinto, la cui tela peraltro è risultata staccata dal proprio supporto, e la colonna dell’altare.

Se i danni materiali sono tutto sommato modesti – a quanto pare sarà sufficiente una normale opera di pulizia e il dipinto non rischia di uscirne danneggiato – quelli morali sono destinati a rimanere. L’episodio con tutta probabilità si è verificato in un arco di tempo compreso fra le 16.30 e le 21.30 di domenica, quando il parrocchiano cui è affidata l’apertura e la chiesetta ha notato che qualcosa non andava.

Al parroco don Gilberto Dudine non è rimasto che constatare l’accaduto. Sul pavimento e tutto attorno una decina fra candele e ceri ed il coltello utilizzato dal custode per rimuovere la cera dai candelabri. Sul posto anche il sindaco della cittadina isontina, Linda Tomasinsig (l’edificio sacro sorge all’interno di Casa Corona, palazzo di proprietà comunale) e il carabinieri del Norm della Compagnia di Gradisca per i rilievi di rito.

«Con tutta probabilità si tratta di un gesto compiuto da ragazzi annoiati – allarga le braccia don Dudine –: direi l’ennesima, dato che i militari mi hanno riferito del susseguirsi in queste settimane di episodi vandalici e piccoli danneggiamenti in giro per la cittadina. Chiedo ai genitori di prestare attenzione ai comportamenti dei ragazzi, per non avere brutte sorprese». Le forze dell’ordine stanno infatti vagliando le immagini della videosorveglianza: sia quella della parrocchia, posta all’inizio di via Bergamas fra canonica e Duomo, sia quelle delle telecamere poste lungo il centro storico sul versante della piazza Unità e viale Regina Elena. La prima pietra della cappella di via Bergamas fu benedetta nel 1638 e forse in onore di uno dei fondatori, Giovanni Battista Corona, assunse il titolo corrente. Un minuscolo campanile a vela contiene la piu’antica campana della cittadella, risalente al 1642. —



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