Valzer di poltrone e ritardi nella Provincia al tramonto

PORDENONE. Cinquanta minuti di ritardo e scambi di battute non troppo amichevoli rima del via alla riunione del consiglio provinciale convocato ieri alle 18 (almeno sulla carta) in Largo San Giorgio a Pordenone.
Una lunga attesa – dovuta alla mancanza di numerosi esponenti di maggioranza – che non ha mancato di scaldare gli animi dell’opposizione, in particolare di Emanuele Loperfido (Fratelli d'Italia), che ha rimproverato i colleghi di centrosinistra per lo scarso «senso di responsabilità e rispetto per l’istituzione provinciale», dimostrati a suo dire anche con l’assenza dei componenti di maggioranza nella commissione bilancio convocata nei giorni precedenti.
Archiviata la polemica iniziale, l’assemblea ha dato il benvenuto al sindaco di Porcia Giuseppe Gaiarin (Pd), chiamato a sostituire l'ex sindaco di Montereale Valcellina Pieromano Anselmi, decaduto in quanto non rieletto nell’assise comunale nella recente tornata elettorale.
Resta vacante, ma ancora per poco, la delega alle Politiche della montagna in capo allo stesso Anselmi. «La conferiremo a una persona appartenente a questo tipo di territorio e con le dovute competenze», ha assicurato il presidente Claudio Pedrotti.
Tra i punti all’ordine del giorno, l’esame del rendiconto di gestione dell’ente relativo all’esercizio 2014 – approvato con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione delle opposizioni –, dove balzano all’occhio i 350 mila euro di costi della politica risparmiati con il rinnovo del consiglio provinciale, che va perdendo le proprie funzioni, “esaurendosi” sotto la spinta della riforma regionale degli enti locali e delle Uti.
A questo proposito, l’assemblea si è chiusa con il passaggio di consegne dalla Provincia alla Regione della competenza in materia di politiche del Lavoro. Un atto dovuto che comporterà, con il primo di luglio, l’assorbimento di 72 dipendenti provinciali nell’organico regionale.
Il trasferimento non riguarderà solo il personale (con i relativi costi, che assommati a quelli per il funzionamento generale del settore Lavoro ammontano a 6 milioni di euro), ma anche gli uffici, eccetto la sede di largo San Giorgio, e i 4 milioni di euro di contributi incassati ma non ancora spesi da parte della Provincia.
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