Vaccinazioni, il Fvg agli ultimi posti in Italia

UDINE. A livello nazionale la copertura vaccinale al 95% ormai è una chimera. A dirlo è lo stesso ministero della Salute prendendo atto del trend calante delle adesioni al calendario vaccinale per i bimbi più piccoli.
Per tutti i vaccini “obbligatori” la media è attorno al 93% e al livello più basso di adesioni troviamo quasi sempre la Provincia Autonoma di Bolzano seguita dal Friuli Venezia Giulia, in contrapposizione con il 97% della Basilicata, regione in cui la partecipazione al programma vaccinale è massima.
In sintesi, dunque, l’obiettivo del 95% indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità è stato mancato, così come lo è ormai da alcuni anni, facendo venir meno la cosiddetta “immunità di popolazione”.
Infatti, se almeno il 95% della popolazione è vaccinata, si proteggono indirettamente coloro che, per motivi di salute, non si sono potuti vaccinare.
Dal 2013 si registra un progressivo calo, il che espone al «rischio di focolai epidemici di grosse dimensioni per malattie attualmente sotto controllo, e addirittura ricomparsa di malattie non più circolanti nel nostro Paese».
In Friuli Venezia Giulia i vaccini sono sempre meno graditi, non a caso la regione è al secondo posto nel Paese per il basso tasso di adesione. Anche se i primi e parziali dati relativi al 2016 lasciano intravedere qualche segnale di inversione del trend.
Per quel che concerne le vaccinazioni obbligatorie, contro la polio, la difterite, il tetano, l’epatite B, il dato si aggira attorno al 90,3/90,7 per cento contro una media nazionale di 93,3. Sulla stessa percentuale troviamo la vaccinazione contro la pertosse (Fvg 90,22, media Italia 93,33).
Vi sono poi le vaccinazioni raccomandate, come ad esempio quella Hib, contro le forme invasive di Haemophilus influenzae b, e anche qui il dato regionale è basso (89,59), la Basilicata è in vetta con 97,83, e la media Italia è 93,03.
Morbillo-Parotite-Rosolia sono altre vaccinazioni raccomandate, solitamente somministrate in un’unica dose. Qui la media nazionale si ferma a 85,29 per cento, ma il Fvg non è proprio in posizione da bassa classifica avendo un dato di 82,01 contro la provincia di Bolzano a 68,84 seguita da Molise, Sicilia, Marche, Campania.
Per quel che riguarda la varicella invece il dato regionale è quasi doppio di quello nazionale con 66,95 contro 30,73. Il dato più basso è della Valle d’Aosta con 0,39, seguita da Umbria, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. In vetta per il numero maggiore di adesioni il Veneto con 84,03.
Anche per il meningococco C coniugato, altra vaccinazione raccomandata, il dato più alto di adesione spetta alla Toscana, e non è un caso ovviamente se si ricorda che proprio in questa regione si sono registrati casi gravi di meningite, come più tardi è accaduto all’Emilia Romagna; da qui l’adesione massiccia alla vaccinazione che ha raggiunto punte vicine o superiori al 90%.
In Fvg ci si è fermati, nel 2015, a 84,06, conquistando una posizione comunque di alta classifica con un dato molto lontano dal 50,04, il più basso, che attiene alla Campania.
Per la vaccinazione contro il penumococco è invece il Fvg ad avere il dato più basso, 81,02, la Basilicata quello più alto con 97,08, la media nazionale è 88,73.
Le cause di questa scarsa adesione sono probabilmente diverse. In parte rintracciabili nella maggiore disponibilità di informazioni sui rischi della vaccinazione, a cui i movimenti anti-vaccinisti fanno riferimento nelle loro campagne, nè sono escluse alcune sentenze che, facendo riferimento a studi e ricerche smentiti dalla comunità scientifica, hanno messo in relazione, ad esempio, vaccinazione e autismo.
Ora sia il ministero della Salute che la Regione Fvg sono impegnati in nuove iniziative di sensibilizzazione e informazione con l’obiettivo di ridurre le sacche di non vaccinati. Infine è atteso il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, che avrà anche un’offerta più ampia, e fornirà una base più solida per una maggiore uniformità dell’offerta vaccinale nel Paese.
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