Vaccinazioni: «Non imporremo scelte, ma informiamo sui rischi»

L'assessore regionale Telesca: nessun obbligo di profilassi per i bimbi che frequentano gli asili nido. «Di morbillo o pertosse si torna a morire, i genitori ne siano consapevoli»
Foto Bruni Trieste 28.09.16 Centro vaccinazioni ASL Trieste
Foto Bruni Trieste 28.09.16 Centro vaccinazioni ASL Trieste

UDINE. «Il trend del 2015 lo conoscevamo e non ci ha stupito. Ma ricorderei che le iniziative di contrasto a questa flessione dell’adesione vaccinale sono iniziate solo alla fine dello scorso anno e implementate nel 2016, quindi attendiamo di conoscere questi dati per capire se la strada imboccata è quella giusta».

Maria Sandra Telesca, assessore regionale alla Salute, prende atto che, nel 2015, il trend delle vaccinazioni è proseguito in flessione. Ma la Regione non è rimasta immobile, avviando una collaborazione molto forte con i medici di medicina generale, per quel che riguarda la campagna per l’antinfluenzale, e con i pediatri per le vaccinazioni in età pediatrica.

Ad incidere sull’adesione, secondo Telesca, diversi elementi.

«Solo per citarne alcuni, l’altro anno c’è stato il caso dell’antinfluenzale ritenuta responsabile di diversi decessi. Le indagini che ne sono seguite hanno escluso ci fosse una correlazione tra le due cose e i vaccini incriminati sono stati “assolti” perchè erano assolutamente sicuri, ma il danno ormai era fatto».

La campagna 2014/2015 per la vaccinazione antinfluenzale andò, infatti, malissimo.

Altro caso che ha avuto conseguenze sul sentiment della popolazione, è la famosa sentenza che, richiamando uno studio, poi demolito dalla comunità scientifica e lo stesso medico che lo realizzò venne radiato dall’ordine, ha spostato la tesi della correlazione tra vaccinazione e autismo.

«Ora per raggiungere tutti i genitori e fornire loro una informazione corretta - spiega l’assessore Telesca - abbiamo coinvolto i pediatri che rimangono “il” medico di fiducia dei bambini e delle loro famiglie, e quindi sono le persone più adatte per rispondere a dubbi, domande, risolvere perplessità. Per dire che il trend è in risalita, come detto, dovremo attendere i dati definitivi che sono solo annuali» perché tengono conto dei cicli completi di vaccinazione a 24 mesi, e quindi tre dosi per i vaccini contro difterite, tetano, polio, pertosse, epatite B e pneumococco, mentre per morbillo, parotite, rosolia, varicella e meningococco, la dose è una.

Ma di alcune (quelle con dose unica) le rilevazioni a settembre 2016 evidenziano una variazione è positiva. Lo è per il morbillo, passato da 82 a 82,3, il meningococco, da 84 a 85, e la varicella addirittura da 66,9 a 73,6.

La Regione Fvg punta sull’informazione piuttosto che sull’obbligo, per sostenere le vaccinazioni. Nessuna iniziativa all’orizzonte di tipo imperativo, come ad esempio la non ammissione di bambini non vaccinati al nido o alle scuole dell’infanzia.

«So che ci sono altre Regioni che intendono percorrere questa strada. Personalmente io non credo che questo sia il modo migliore di agire - confida l’assessore Telesca -. Viviamo in una società in cui le persone si informano prima di compiere delle scelte. Bene, noi dobbiamo essere coloro che informano al meglio, cercando di sensibilizzare i genitori perché un genitore convinto, a mio avviso, è meglio di un genitore obbligato. Ci sono dubbi sull’opportunità di vaccinare? Secondo me sono legittimi, ma devono essere i pediatri, i medici, la comunità scientifica a rispondere in modo completo e con competenza. I medici e i pediatri di questa regione si sono impegnati ad informare pazienti e genitori, e attendiamo i risultati di questo sforzo collettivo. Dopodiché - avverte Telesca - se davvero dovessimo arrivare al punto in cui è l’intera collettività ad essere in pericolo, allora ci vorranno iniziative forti. Quali? Lo decideremo».

Più in generale il problema non è la vaccinazione in sè «quanto il fatto che dobbiamo insegnare alle persone, iniziando dai bambini, ad avere una mentalità nuova, una nuova e più matura consapevolezza comprendendo che il dono della salute non è privo di una scadenza. Ma sarà tanto più lontana quanto più le persone si prendono cura di se stesse sotto tutti gli aspetti, dal come mangiano al che cosa mangiano, dall’attività fisica agli stili di vita. Vaccinarsi - conclude Telesca - è il modo in cui i genitori si prendono cura della salute del proprio bambino evitando di esporlo a malattie potenzialmente mortali o pesantemente invalidanti. E’ vero che alcune di loro non le vediamo più da anni, ma è un risultato ottenuto grazie alle vaccinazioni. Il rischio, però, è dietro l’angolo in un mondo ormai globalizzato come è il nostro. Infine non è banale ricordare che di morbillo o di pertosse si può anche morire».

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